Milan, l’allenatore è un finto problema. Il vero dilemma è la società

Berlusconi

In questi giorni tiene banco il futuro di Clarence Seedorf al Milan. Sembra che la società abbia ormai scaricato l’olandese nonostante gli ultimi risultati positivi e che a fine stagione verrà sostituito con Filippo Inzaghi, pupillo di Adriano Galliani. Altre piste al momento sembrano poco percorribili anche perché richiederebbero un esborso di denaro a differenza di Pippo che è già a libro paga.

Mentre si parla del futuro di Seedorf e si lanciano ipotesi su chi potrebbe sostituirlo, ci si dimentica una questione fondamentale: che squadra verrà costruita il prossimo anno dalla dirigenza? Che Milan sarà? Un Milan competitivo oppure arrancante come nella stagione in corso? Sulla panchina rossonera si può sedere anche Pep Guardiola, ma se i giocatori sono inadeguati non si possono compiere miracoli. Speriamo che almeno nella prossima estate Galliani non vada ripetendo che la squadra è competitiva come nella scorsa. I tifosi sono ormai stanchi di questi slogan triti e ritriti, così come sono stanchi di un Silvio Berlusconi assente e di una Barbara che utilizzando termini come “brand”, “marketing”, “asset” e affermando che “Non sono importanti solo i titoli, ma anche fare soldi” non riesce certo ad attirare fiducia attorno a sé.

L’allenatore in una squadra ha sicuramente importanza, ma servono soprattutto giocatori da Milan per raccogliere risultati da Milan. E per fare questo deve essere la società ad agire nella maniera corretta ricorrendo ad una campagna acquisti/cessioni adeguata a quello che è il blasone del club. Nessuna spesa folle viene richiesta, ma non si può neppure andare in giro per l’Europa a pescare parametri zero, scarti a fine carriera e ad elemosinare prestiti per poi trattare sconti sulla cifra del riscatto pattuita nel precedente accordo. Si parla spesso di progetto giovani, ma non se ne vede traccia. L’estate si avvicina e tutti i tifosi attendono al varco una dirigenza che da un po’ di anni sta dimostrando di non essere da Milan.

Matteo Bellan

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