Il mercato del Milan è bloccato dalla società, non da Kakà e dagli altri giocatori

Ricardo Kakà

In questi giorni sta passando il messaggio che il mercato del Milan è bloccato dalle mancate cessioni di alcuni giocatori considerati in esubero, elementi per i quali è difficile trovare una nuova collocazione soprattutto a causa del loro elevato ingaggio. Ma chi ha dato loro questi soldi? La società A.C. Milan, che è dunque la diretta colpevole di una campagna acquisti bloccata e che finora ha visto arrivare tre giocatori a parametro zero (Michael Agazzi, Alex e Jeremy Menez) che hanno fatto sorgere molto scetticismo tra la tifoseria. E vedremo se questa scelta di puntare su giocatori liberatisi gratuitamente pagherà oppure se si rivelerà una strategia sbagliata, così come avvenuto più volte in passato provocando un aumento inutile del monte ingaggi e riempiendo l’organico rossonero di giocatori inadeguati.

Ciò che avviene al Milan è diretta conseguenza delle decisioni che vengono prese dalla dirigenza, non si possono trovare ogni volta altre scuse e capri espiatori per nascondere i responsabili delle situazioni negative che vengono a verificarsi. E’ anni che assistiamo a teatrini e sceneggiate poco edificanti che, invece di essere sottolineate e divenire materiale per fare della critica, vengono troppo spesso insabbiate e c’è chi si impegna in maniera ridicola a trovare alibi ad Adriano Galliani e Silvio Berlusconi.

L’ultima trovata patetica ha ad oggetto Ricardo Kakà. C’è chi parla di un Milan prigioniero del brasiliano e del suo ingaggio, che non può muoversi sul mercato senza il suo addio. Coloro che dicono questo sono gli stessi che meno di un anno fa celebravano il suo ritorno, avvenuto grazie alla decisione di decurtarsi in maniera importante lo stipendio che percepiva al Real Madrid. Adesso gli si chiede un passo indietro. Ci può stare, ma bisogna avere la decenza di non incolpare Kakà se il Milan non può fare campagna acquisti. I colpevoli sono altri.

Sia chiaro, nessuno pretende che il Milan acquisti giocatori indipendentemente dalle cessioni e si ritrovi magari con una rosa numerosa, un monte ingaggi aumentato ed un bilancio in rosso profondo. La cosa che urta è il messaggio che si vuole diffondere tra i tifosi, che palesemente non rappresenta la realtà dei fatti. Sarebbe ora che in via Aldo Rossi qualcuno si assumesse le sue responsabilità invece di scaricarle sugli altri. E che chi si occupa di fare informazione lo facesse con maggiore onestà intellettuale.

Matteo Bellan

 

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