“Sinceramente non me l’aspettavo. Già l’anno scorso erano partiti molto male ma si sono ripresi a metà strada e nel finale di campionato si sono espressi a un altissimo livello. Quest’anno non è facile ripetere quanto fatto, onestamente e i malumori intorno la squadra non aiutano di certo”.
Per rivedere una partenza tanto difficile dobbiamo risalire all’anno della retrocessione, stagione 1981/82
“Io credo che la qualità di questo Milan sia superiore a quella della squadra all’epoca retrocessa, anche perché da noi ci fu l’infortunio di Baresi, il cambio di allenatore e alcune incomprensioni interne. I ragazzi più giovani come me o Evani si ritrovarono davanti a una situazione davvero difficile, senza contare una società diversa”.
Cosa si sente di dire a questa squadra?
“Dico ai giocatori di remare dalla parte giusta, che certe volte ci si può accontentare anche del pareggio. A livello di scudetto o Champions è ormai troppo difficile rimontare tanti punti. Mi auguro un campionato dignitoso e un buon cammino in Europa”.
Allegri è stato messo in discussione, ma non esonerato. Ma le speranze di vederlo anche l’anno prossimo sono minime. Non c’è il rischio che gli stessi giocatori siano poco motivati a continuare con un tecnico delegittimato?
“Quando non vengono i risultati è logico che l’allenatore venga messo in discussione: è successo a dei grandi come Lippi o Liedholm. I giocatori? Guadagnano tanto e devono portare una maglia gloriosa qual è quella del Milan con rispetto. Perciò devono fare i professionisti”.
I tifosi hanno palesato l’insoddisfazione anche per le operazioni di mercato condotte
“In questa situazione hanno ragione i tifosi: vanno allo stadio e vogliono un Milan di un certo calibro. Vederlo oltre la metà classifica in automatico porta a mettere in discussione la campagna acquisti. Fa parte del gioco: i grandi campioni scoperti portano i dirigenti ad essere osannati e nel momento in cui le cose non vanno per il verso giusto è chiaro che ognuno si debba prendere le proprie responsabilità”.
Crede che il tifoso del Milan rispetto ai suoi tempi si sia abituato troppo bene?
“Io parlo per i miei tempi e non posso far altro che parlar bene dei tifosi rossoneri, davvero vicini alla squadra. Ricordo in B, persino con la Cavese, erano in 50 mila. Il tifoso del Milan è molto legato alla squadra a prescindere dai risultati. Poi, chiaro, sono arrivati i successi e uno si abitua. Magari adesso c’è voglia di un ricambio, c’è necessità di vedere scelte drastiche e puntare su giocatori che diano un futuro a questa squadra”.