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Serve una rivoluzione. Tifosi ostaggi di una società che non vuole il bene del Milan

Berlusconi & Galliani

Il Milan cade a Bergamo e vedere allontanarsi la qualificazione alla prossima Europa League. Nell’ultima giornata sarà obbligatorio vincere contro il Sassuolo e sperare nelle mancate vittorie di Torino e Parma contro Fiorentina e Livorno per poter miracolosamente effettuare una sorpasso che sarebbe stato possibile già domenica battendo l’Atalanta.

La sconfitta contro i ragazzi di Colantuono è molto grave, perché i rossoneri avrebbero dovuto scendere in campo spinti dalla motivazione di voler agganciare il treno europeo e si trovavano ad affrontare una squadra sicuramente ostica ma che ormai non aveva granché da chiedere al campionato essendosi già salvata. Non ci si può neanche appellare solamente alla sfortuna per i due legni colpiti da Balotelli, perché quando in campo non viene dato il 100% le giustificazioni non reggono. Il Milan è apparso mollo e svogliato per lunghi tratti di una partita che avrebbe dovuto prendere in mano dal primo minuto e che invece ha regalato ad una buona Atalanta che ci ha messo cuore e impegno ottenendo i 3 punti.

Alcune scelte di formazione effettuate da Clarence Seedorf hanno fatto storcere il naso. Su tutte quella di schierare Honda titolare al posto di Adel Taarabt (deludente anche lui) e che il tecnico ha giustificato parlando di stanchezza da parte del fantasista marocchino dopo le fatiche del derby. L’ex Cska Mosca è stato schierato nel suo ruolo preferito di trequartista centrale ed ha fornito una prestazione veramente inguardabile. Giocatore che Adriano Galliani ha inseguito per tutta l’estate ed accolto come una star a Milano a gennaio, finora ha ampiamente deluso le aspettative risultato più utile per il marketing che sul campo.

A fine stagione Seedorf concluderà la sua esperienza da allenatore del Milan, ormai è certo. I rapporti con la società sono ai minimi storici e le ultime uscite di Silvio Berlusconi fanno intendere che la panchina verrà affidata ad un nuovo tecnico. I nomi che circolano sono diversi, ma per motivi anche di carattere economico Filippo Inzaghi e Roberto Donadoni sono i più accreditati. L’incognita rimane la solita, ovvero il calciomercato e di conseguenza la squadra che il sostituto dell’olandese andrà ad allenare. Se l’organico sarà simile a quello attuale o addirittura peggiore e senza innesti di qualità non ci si potrà aspettare miracoli, ma solo un’altra stagione di delusioni. Al Milan per ripartire servirebbe una vera e propria rivoluzione che parta dalla dirigenza (è ora che Adriano Galliani si faccia da parte) e che investa tutta la squadra. Ma Berlusconi sembra poco interessato sia ad occuparsi del club di cui è proprietario che a cederlo a soggetti più motivati a rilanciarlo ad alti livelli. I tifosi sono ostaggi di soggetti che non hanno a cuore il bene del Milan.

Matteo Bellan

 

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Matteo Bellan