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Categorie: Approfondimenti

L’allenatore c’è, mancano società e squadra

Sinisa Mihajlovic (Getty Images)

Terminato il teatrino relativo al possibile ritorno di Carlo Ancelotti, il Milan si è subito buttato su un nome più realistico per la panchina: Sinisa Mihajlovic. Parliamo di un buon tecnico, che alla Sampdoria ha svolto positivamente il suo lavoro e che va verificato in una piazza come quella di Milano che finora ha assaporato solo da giocatore e con la maglia dell’Inter. Proprio il suo passato nerazzurro e alcune sue dichiarazioni rilasciate ai tempi in cui allenava il Catania sono al centro di molte discussioni e critiche, ma lasceremo che sia il campo a parlare. Da tifosi si preferirebbe sempre che come allenatori ci fossero figure legate ai colori rossoneri (oltre che competenti), ma questa volta si è optato diversamente e non per forza sarà un male. Solo il tempo ce lo dirà.

Ci avrebbe fatto piacere se Filippo Inzaghi si fosse dimostrato all’altezza del difficile compito di guidare questo Milan, ma così non è stato. La scelta di puntare su di lui bruciandolo si è rivelata sbagliata e lo sarebbe stata anche una sostituzione con Cristian Brocchi. Nei confronti di Pippo la società avrebbe dovuto comunque comportarsi meglio, perché incontrare altri allenatori in maniera così spudorata mentre lui è ancora ufficialmente in carica non è stato rispettoso. Ma ormai la dirigenza ci ha abituato a questi comportamenti verso i suoi grandi ex, basti pensare alla mancata presa di posizione a favore di Paolo Maldini nel giorno del suo addio a San Siro o del trattamento riservato a Massimo Ambrosini e Clarence Seedorf.

Il Milan adesso ha un allenatore con un po’ di esperienza alle spalle, ma lui da solo non può bastare per coprire le falle di una società e di una squadra non all’altezza di raggiungere obiettivi importanti. Non può essere il mago con la bacchetta magica che risistema tutto, come non lo potevano essere né Seedorf e né Inzaghi. L’organico va rinforzato, ci sono interi reparti da rifondare con gente da Milan. Per prendere calciatori di un certo livello servirebbe una proprietà volenterosa di spendere, però qui tocchiamo un tasto dolente. Le ultime campagne acquisti ci hanno insegnato che c’è poco da essere ottimisti in sede di calciomercato. Al di là dei proclami e delle indiscrezioni su presunti budget multimilionari messi a disposizione da Silvio Berlusconi, i tifosi attenderanno la società al varco come sempre. L’auspicio da tempo è che la proprietà cambi, ma tale ipotesi finora non sembra vicina al realizzarsi e dunque non rimane che commentare i fatti che produrrà quella attuale fino a quando non deciderà di passare la mano.

 

Matteo Bellan

 

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Matteo Bellan