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Inzaghi: “Al Milan dopo un trionfo pensavamo subito al prossimo”

Filippo Inzaghi (Getty Images)

MILAN NEWS Filippo Inzaghi, dopo la negativa stagione al Milan e l’anno sabbatico, è tornato in panchina. Ha ripreso la sua avventura da allenatore nel Venezia, società ambiziosa guidata dall’americano Joe Tacopina. Il presidente, d’accordo con il direttore sportivo Giorgio Perinetti, ha deciso di affidare a Pippo la squadra dopo la promozione in Lega Pro.

E dopo le prime quattro giornata i veneti sono al secondo posto con 8 punti, frutto di due vittorie e di due pareggi. Nell’ultimo turno hanno sconfitto il quotato Parma allo stadio Ennio Tardini. Sono 2 i punti di distacco dalla capolista Pordenone. L’obiettivo della dirigenza è il ritorno in Serie B al più presto e non a caso è stato allestito un organico molto competitivo. Ci sono nomi importanti come quelli di Maurizio Domizi, Simone Bentivoglio e Alex Geijo.

Inzaghi al Corriere dello Sport ha dichiarato: «Sa che cosa scopro mi manchi, quando mi volto indietro e ripenso alla mia carriera? Il tempo. Non ho mai avuto il tempo di godermi un trionfo. Vincevi lo scudetto e pensavi a rincorrere la Champions; vincevi la Champions e, subito, c’era il Mondiale per club… Da allenatore mi capita la stessa cosa: il successo al Tardini è stato importante e mi congratulo con Apolloni e con la sua squadra, così come ringrazio i tifosi del Parma per l’accoglienza e per il comportamento sportivo che hanno tenuto dopo avere incassato una sconfitta tanto bruciante. A noi, invece, la vittoria ha dato fiducia, ha rafforzato la nostra autostima, l’autostima di una squadra totalmente rinnovata: in campo non c’era un giocatore della formazione che ha vinto la serie D. Ma, adesso, c’è subito l’Ancona».

Il grande ex bomber ha fatto riferimento alla sua esperienza al Milan, quando dopo un trionfo si pensava subito al prossimo. Una realtà completamente distante da quella odierna. Il club rossonero è stato fortemente ridimensionato negli ultimi anni e solo l’arrivo di cinesi può rilanciarlo. Sono necessari soldi e investimenti, oltre che progetti validi, per tornare in alto.

E a proposito di denaro, Inzaghi rivela che avrebbe potuto prendere altre scelte invece che approdare a Venezia. Pippo ha spiegato così la sua decisione: «Perché mi sono piaciuti gli uomini, le idee, la squadra, i programmi. Se avessi voluto, avrei potuto allenare in B o andare in Cina dove, mi creda, mi avrebbero letteralmente ricoperto d’oro. Ho puntato su Venezia perché qui c’è tutto per lavorare sodo: per me, allenare il Venezia equivale ad allenare il Real Madrid o il Barcellona. I tifosi sono stati molto gentili con me. Devo dirle che quando sono triste, mi basta andare in giro per rallegrarmi. Dovunque mi presenti, gli spettatori mi applaudono, i colleghi e i giocatori avversari mi salutano con una cortesia mai affettata. Credo che la gente si comporti così perché sa che, qualunque maglia io abbia indossato, io a quella maglia ho sempre dato tutto, non mi sono mai risparmiato».

Per Inzaghi c’è tanto affetto, molti lo hanno apprezzato nel corso della sua carriera da calciatore dato che è stato un esempio. Un grande professionista, serio e sempre dedito al lavoro. Ci ha messo cuore e grinta tutte le volte che è sceso in campo. Al Milan ce lo ricordiamo bene.

 

Redazione MilanLive.it

Scritto da
Matteo Bellan