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Non Solo Milan

Roberto Baggio si rimprovera una cosa: “Non riesco a dimenticarla”

Baggio conferma un rimpianto che ha nella sua carriera: non nasconde la cosa che cambierebbe.

Roberto Baggio il 18 febbraio ha compiuto 55 anni e sui social network sono stati migliaia i messaggi di auguri che gli sono stati rivolti. È rimasto nel cuore di tantissimi tifosi, che non lo hanno affatto dimenticato dopo il ritiro del 2004.

Roberto Baggio (©Getty Images)

L’ex attaccante ha dipinto calcio per tanti anni, facendosi amare anche dalle tifoserie avversarie. Indimenticabili i suoi gol con la Nazionale, soprattutto ai Mondiali di Italia 90 e USA 94. Non è riuscito a portare gli azzurri a vincere la Coppa del Mondo, però ha lasciato la sua impronta nel calcio italiano.


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Roberto Baggio a USA 1994 (©Getty Images)

Baggio ha concesso un’intervista a Rai Sport ha ammesso che c’è una sola cosa che si rimprovera nella sua carriera da calciatore: “Una roba sola e purtroppo è una cosa che non riesco a dimenticarla. Quel giorno a Pasadena”.

Il Divin Codino fa riferimento alla finale Brasile-Italia del Mondiale disputato negli Stati Uniti nel 1994. Fu lui a sbagliare il rigore, calciato alto, che consegnò la Coppa del Mondo alla nazionale sudamericana. Quel giorno non era nelle migliori condizioni fisiche, però non poteva mancare dopo essere stato un trascinatore degli azzurri guidati da Arrigo Sacchi.

Baggio è sempre stato uno specialista dagli 11 metri, ma quel giorno a Pasadena mandò il pallone altissimo. A sbagliare prima di lui furono anche Franco Baresi e Daniele Massaro. Va detto che pure in caso di suo gol dal dischetto, il Brasile avrebbe potuto vincere il Mondiale segnando l’ultimo rigore della lotteria. Chiaramente rimane la delusione per l’errore, però la rete poteva comunque non servire per cambiare l’esito finale della sfida.

A Roby è stato domandato anche come si spiega il grande amore che la gente continua a dimostrargli e se ne stupisce: “A volte me lo chiedo e fatico a rispondere. È una cosa che mi stupisce, anche perché ormai sono molti anni che non gioco. Alla fine l’affetto della gente è la cosa più bella e profonda che mi sia rimasta del calcio”. Non si può non amare un ex calciatore come lui.

Scritto da
Matteo Bellan