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La storia di Nazira, fuggita dai talebani e accolta dal Milan: “Maignan il mio idolo”

Una storia di grande solidarietà e sport quella che riguarda il Milan femminile ed una atleta che vuole finalmente rilanciarsi.

Il calcio come strumento di rilancio, di salvezza, di ricominciare a vivere. Lo sa bene Nazira Khair Zad, donna il cui nome probabilmente potrà dire poco o nulla agli appassionati di pallone, ma che nasconde una storia incredibile.

La storia di Nazira, rifugiata afghana – Milanlive.it

Si tratta di una calciatrice nata in Afghanistan, portiere della sua nazionale che ama il proprio paese ma che è stata costretta ad abbandonarlo per le vicende che tutti conosciamo, la salita al potere dei talebani e le enormi privazioni di libertà, in particolare per donne del paese mediorientale.

Nazira è dunque fuggita dal suo paese, arrivando in Italia un anno e mezzo fa, con un volo umanitario partito da Kabul nell’agosto 2021. Ha lasciato la famiglia per ricominciare da capo: “Ero a Kabul con la Nazionale afgana. Dovevamo giocare un’amichevole con il Tagikistan quando, dopo vent’anni di guerra, Abdul Ghani Baradar ha instaurato il nuovo governo”, ha raccontato qualche tempo fa al Corriere della Sera.

Nazira e l’accoglienza al Milan

Il caro prezzo da pagare per coltivare il suo sogno di sport e libertà è quello di vivere a migliaia di chilometri da casa, ma soprattutto come una rifugiata politica. Eppure il calcio sta dando a Nazira una grande chance.

L’allenamento del Milan Femminile – Milanlive.it

Prima la nota la Spal, dopo aver stupito tutti a Bologna durante il suo periodo di permanenza in Emilia. I giornali cominciano a parlare di lei, mente successivamente Nazira è entrata a contatto con la Fondazione Milan. Il club rossonero l’ha contattata e le ha dato la possibilità di allenarsi con la Primavera femminile. “A Milano vivo in un centro per rifugiati a Pieve Emanuele, vado a scuola, ho imparato come arrivare al Vismara con i mezzi pubblici, adesso non mi perdo più”. 

Il sogno è diventato realtà grazie all’amore per il calcio. E nel Milan si allena da portiere guardando uno dei suoi idoli assoluti: “Gioco nel Milan, che è il club del mio idolo Mike Maignan, un sogno”. Nazira è uno dei tanti esempi di come il mondo del calcio, spesso criticato e vituperato per i troppi soldi ed interessi paralleli che circolano attorno, spesso è invece veicolo di rinascita, di salvezza, di speranza. Di vita con la V maiuscola.

Le iniziative di Fondazione Milan

Tale storia è un’iniziativa che conferma la linea del club e di Fondazione Milan con i tanti progetti per l’inclusione tramite lo sport. Poco più di un anno fa, infatti, AC Milan si era occupato, insieme a Fondazione Pangea Onlus, di sostenere dieci donne che avevano deciso di lasciare l’Afghanistan e di riprendere in mano la propria vita in Italia.

Nazira Khair Ziad è l’esempio lampante di come il Milan ed i club di calcio italiani possano dare una mano a persone meno fortunate e che arrivano da paesi e situazioni geo-politiche distruttive, come accaduto di recente anche in Ucraina, Iran ed altri luoghi dove libertà e democrazia sono a rischio.

Scritto da
Keivan Karimi