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@ML – Chiarugi: “Ottimo lavoro di Pioli, e chissà senza infortuni… Ma dopo tanti anni si può cambiare”

In vista dell’atteso posticipo di domenica Fiorentina-Milan abbiamo contattato un grande ex di viola e rossoneri, Luciano Chiarugi. 

La sfida di domenica alle 20:45 prevista allo stadio Artemio Franchi di Firenze tra Fiorentina e Milan si preannuncia ricca di significati per tanti motivi. Dalle emozioni e la commozione del pre-partita a quello che potrà essere il verdetto del campo.

Luciano Chiarugi, doppio ex di Milan e Fiorentina – Milan Live

Ne abbiamo parlato con Luciano Chiarugi, che ha vestito la maglia rossonera dal 1972 al 1976, ma arrivava proprio dalla Fiorentina, squadra con cui ha esordito in Serie A nel 1965. Con il Diavolo ha vinto una Coppa Italia ed una Coppa delle Coppe, di cui fu anche capocannoniere, entrambe nella stagione 1972-73.

Con la Fiorentina invece si laureò campione d’Italia oltre ad una Coppa Italia ed una Mitropa Cup. Con 140 presenze e 33 gol in viola e 104 in rossonero corredate da 37 reti, Fiorentina e Milan sono stati i due club principali della carriera del bomber. Originario della provincia di Pisa, Chiarugi dopo il ritiro si è legato maggiormente alla Fiorentina, con la quale ha avuto anche un percorso come allenatore tra il 1993 ed il 2002.

Fiorentina-Milan, l’ex Chiarugi: “Partita importante”

Che tipo di partita si aspetta domenica sera?

Indubbiamente una partita per tanti aspetti curiosa, strana e “luttuosa” per quanto concerne i due allenatori. Da una parte Pioli che era l’allenatore Viola a Udine quando si verificò la tragedia di Astori e dall’altra Italiano dopo quello che è avvenuto recentemente con Barone. Il calcio poi può appianare tante cose e quello che conta è il risultato, ma a livello emozionale ci porterà con la memoria a questi due fatti spiacevoli. Per entrambe in questo momento è una partita importante, per il Milan vuole consolidare il secondo posto, la Fiorentina invece deve affrontare una situazione difficile. Viene a mancare un esponente di spicco che si è introdotto in questa società in maniera splendida e ne era il factotum, nonostante il proprietario sia Commisso. Vincere per la Fiorentina sarebbe una svolta a livello morale, per ritrovarsi dopo quello che è successo e per essere competitiva perlomeno in una delle due coppe in cui è impegnata. È un grande banco di prova. I primi 10 minuti credo che sia allo stadio che per noi che la vediamo da casa potranno essere complicati dal punto di vista emotivo e che i giocatori possano avere una sensibilità tale da poterne anche risentire in campo.

Che ne pensa della stagione del Milan?

Sappiamo bene che il Milan quest’anno è andato incontro a troppi infortuni, non so come mai, ma penso che Pioli abbia fatto ancora un ottimo lavoro. È secondo in classifica dietro a un’Inter che ha fatto come il Napoli nella scorsa stagione un campionato straordinario, nonostante tutti i cambi e tutte le scosse, da Maldini a Massara e tutti i nuovi acquisti da inserire. Chissà senza infortuni dove sarebbe potuto arrivare.

Milan del futuro, con o senza Pioli?

Antonio Conte. (ansa-milanlive)

Quindi cambiare Pioli a fine stagione la riterrebbe una mossa sbagliata? 

Non sto qui a difendere Pioli per il suo operato, ma credo che la vittoria dello Scudetto sia stato un successo che nessuno si poteva aspettare. Quest’anno sul Milan con tutti gli infortuni e considerando l’inserimento di tanti giocatori nuovi c’erano delle perplessità, però mi sembra che si possa chiudere il cerchio. I nuovi sono diventati quasi tutti protagonisti di questa stagione e possono essere giocatori estremamente importanti per quanto riguarda il campionato italiano, che sappiamo essere tra i più difficili. Però da Pulisic a Loftus-Cheek, passando per Reijnders, sono tante individualità da far coesistere e penso che sia stato fatto un bel lavoro finora. Dopo tanti anni poi si può cambiare, è logico che i media possano dire questo, però da esterno e da “tifoso”, perché sono stato 4 anni in questa grande società, posso dire che il lavoro di Pioli sia stato ottimo. Chiaro poi com’è avvenuto per Maldini che aveva fatto bene, poi possano essere messi altri che possono fare meglio. Questi però sono i grandi interrogativi del calcio.

Quindi considerando l’ipotesi di un cambio alla guida tecnica, secondo lei sarebbe meglio Thiago Motta o Antonio Conte? 

La storia di Conte è una storia infinita, dove sappiamo che arriva il “sergente di ferro” che tutto quello che dice deve essere messo in pratica. Però spesso e volentieri i giocatori non sono come macchine e bisogna vedere se tutti recepiscono. Va capito dopo un anno sabbatico con che forza e concetti Conte rientra nel mondo del calcio. Quando vai al Milan è come andare al Barcellona, al Real Madrid o al PSG. Conte ha allenato le migliori squadre europee ma deve rientrare e cercare di fare bene. Motta è un emergente forte e ha dimostrato di poter essere il futuro Conte, è un allenatore come Tudor, come Zanetti del Venezia, come De Zerbi. Thiago Motta è uno che è stato sempre anche un allenatore in campo, con la sua visione del gioco eccezionale e sta facendo progressi straordinari. Non a caso già l’anno scorso era nel mirino di squadre importanti. Sono due belle prospettive. Sono curioso di vedere anche cosa farà Pioli, perché non credo che lui si prenderà un anno sabbatico come Klopp che ha già dimostrato tanto col Liverpool. Poi ci sono anche tanti altri come Sarri, Italiano, i giovani emergenti Palladino, Gilardino, ci sarà un ricambio di panchine notevole e interessante.

Da chi si aspetta la giocata decisiva domenica da una parte o dall’altra? 

Io credo nel collettivo, aldilà di Giroud o Leao, una squadra deve fare tutto quello che permette ai propri leader di finalizzare il gioco. Su questo aspetto è favorito il Milan perché ha più giocatori che hanno capacità di colpire, da Leao a Pulisic o anche Loftus-Cheek. Anche la Fiorentina può colpirti con Ranieri, Bonaventura, Nico Gonzalez o anche Beltran che è in un buon momento. Tutti sono potenziali artefici di un risultato. A volte si dice che a Leao bastano 5 minuti, ma io dico che tutta la squadra ha contribuito affinché a Leao bastassero quei 5 minuti e bisogna dargliene atto, per tutto il lavoro fatto dal collettivo negli altri 85 minuti.

Il Milan del dopo-Giroud

Olivier Giroud. (ansa-milanlive)

A proposito di Giroud, è arrivata da poco un’ulteriore conferma quasi ufficiale sul suo addio, quanto perde il Milan?

Giroud lo vorrebbero tutti nella propria squadra nonostante la sua età. Lui ora fa una scelta non dico più “rilassante” ma appagante, andando a prendere anche qualcosa di più. L’immagine del giocatore deve essere sempre forte, con la sua grandissima carriera per lui andare in un campionato in cui ci sono campioni come Messi è sicuramente gratificante.

Chi potrebbe essere il suo sostituto?

Ipotizziamo che dovesse venire Conte, secondo lei verrebbe senza la garanzia di una squadra forte in cui manca un centravanti, accontentandosi di Jovic e Okafor? No. Anche il Napoli avrà lo stesso problema. Posso dire che se uno perde Giroud serve un giocatore che faccia almeno 15 gol. Se il Milan ha già in mente un nuovo allenatore avranno in mente anche un nuovo centravanti, fare il mercato ora è estremamente difficile, però il Milan la Champions se l’è già praticamente garantita e questo è un ottimo passo avanti. Il Milan su questo aspetto ha già grandi garanzie, però dovrà valutare molto bene i prossimi passi, con o senza Pioli.

Scritto da
Niccolo Matteucci