El Sha, il talento troppo fragile che disse no ai rubli dell’Anzhi

El Shaarawy (Getty Images)
El Shaarawy (Getty Images)

Dalle parti di Milanello non si rivedrà più la sua cresta all’ultima moda, ultimamente anche spuntata, e il numero 92 sulle spalle. Stephan El Shaarawy ha detto sì al Monaco, chiudendo in netto anticipo la sua avventura con la maglia rossonera, cominciata nel 2011 dopo un’annata spettacolare a Padova, esploso giovanissimo come ‘enfant prodige’ del calcio italiano. Il Milan se l’era assicurato con la promessa di lanciarlo al più presto. Ma troppo rapida è stata la sua ascesa verso i piani alti del mondo del pallone.

 

C’è chi dice che la sua rovina sia colpa dei 14 gol segnati nel 2012-2013 che hanno aumentato le aspettative, che addirittura che sia colpa di Mario Balotelli e di un dualismo mai sopportato da El Sha. O meglio ancora colpa di quei troppi infortuni che hanno trasformato i gol in operazioni e stampelle. La sfortuna si è abbattuta sul Faraone, anche dopo il rifiuto da 40 milioni di euro all’Anzhi, all’epoca uno dei club più ricchi del mondo che aveva sparato cifre shock per arrivare ad El Shaarawy.

 

Una parabola discendente che si chiude con uno spiacevole addio a sorpresa, verso Montecarlo dove avrà tempo di rilanciarsi con calma e lontano dalle polemiche italiane. L’ex 92 del Milan, come ammette la Gazzetta dello Sport, incarnava perfettamente l’immagine del club proposta da Berlusconi: giovane, di talento, italiano e dagli atteggiamenti puliti. Ma si è scelto per il bene di tutti di lasciarlo andare, con Mihajlovic che non potrà neanche provarlo sulla mediana come recentemente promesso.

 

Redazione Milanlive.it

 

Impostazioni privacy