Seedorf: “Diventare come la Juve? No, noi siamo il Milan”

Seedorf
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Per uno «nato pronto», forse, è tutto logico, tutto normale. Andare di fretta, bruciare le tappe, tagliare in brevissimo tempo traguardi che altri ci mettono anni a raggiungere. Per Clarence Seedorf invece è la cosa più naturale del mondo. E così, appena un mese e mezzo dopo lo sbarco a Milanello, ecco la sua prima volta a Coverciano, la culla degli allenatori, il laboratorio dove nascono i tecnici che tutto il mondo ci invidia. Lui, Seedorf, questa università non ha avuto bisogno di frequentarla, il patentino lo ha preso all’estero. E ieri ci ha messo piede per la prima volta entrando dalla porta principale. Da allenatore di uno dei club più prestigiosi al mondo. Come i predestinati. «E’ stata una grande emozione – ammette l’allenatore rossonero -. E’ stato bello ritrovarsi con tanti amici che non vedevo da tempo. Una giornata particolare che ricorderò a lungo».

L’abbraccio con Ancelotti Sì, ricorderà molti momenti di questa sua prima volta a Coverciano. Ma uno in particolare. Quello che si consuma quando, nel primo pomeriggio, arriva Carlo Ancelotti. Pochi passi e il tecnico del Real incrocia proprio Clarence Seedorf. I due vecchi compagni neanche si salutano, si abbracciano direttamente, senza dire una parola. E’ così che si fa tra amici veri. Un abbraccio sincero, prolungato, intenso. E’ come se in un attimo quei due rivivessero le mille battaglie affrontate assieme nei sette anni di militanza comune in rossonero. Quello stesso Milan che ora torna a legare e intrecciare i loro destini. Perché Seedorf siede sulla stessa panchina che è stata di Ancelotti e quindi si candida a diventare il suo erede. I due si erano sentiti per telefono prima della gara di andata di Champions tra Milan e Atletico Madrid. Carlo aveva dato qualche buon consiglio a Clarence. Facile che anche ieri nel colloquio seguito all’abbraccio si sia parlato nuovamente della formazione di Simeone. Che, peraltro, Ancelotti ha appena affrontato (pareggiando per 2-2) al Calderon, dove il Milan la prossima settima tenterà l’impresa.
Irraggiungibili, forse… «E’ stato un derby molto fisico – osserva Seedorf – con molti falli, forse l’arbitro doveva intervenire prima. Ma il derby di Madrid è sempre così, io lo conosco…». A proposito di Atletico. Il match con la Juve è stato per il Milan molto simile a quello con la squadra spagnola: buona prestazione ma risultato negativo. Seedorf non è molto d’accordo, però: «Sono due partite che non è il caso di paragonare. Quella con la Juve è stata per noi una prova ottima contro una squadra fortissima». Una squadra che ormai non pare avere più ostacoli nella corsa al terzo scudetto consecutivo. «Effettivamente i bianconeri sembrano irraggiungibili, però il discorso scudetto non è ancora chiuso. La Roma è un’ottima squadra e nel calcio le rimonte sono sempre possibili, anche se è difficile che la Juve possa mollare». Una squadra fortissima quella di Conte, ma non al punto da ergerla a modello da seguire. «Cosa ci manca per essere come la Juve? Noi siamo il Milan, vogliamo essere il Milan, non la Juventus».

Fonte: Gasport

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