Menez, croce e delizia. Il nuovo Milan si rispecchia nel francese

Jeremy Menez (Getty Images)
Jeremy Menez (Getty Images)

La partita contro il Cagliari è stata emblematica: Jeremy Menez per i primi 15′ di gioco ha toccato pochissimi palloni, non riusciva ad entrare nel match, timido come tutto il Milan schierato da Filippo Inzaghi. Poi si è accesso improvvisamente, e con lui anche il resto della squadra, ha illuminato una scena buia e poco proficua con la splendida rete del vantaggio ed ha continuato a dettare i ritmi dell’attacco. Il francese, come scrive la Gazzetta dello Sport, è croce e delizia, è la simbologia dell’anima di questo Milan, che si sveglia e si riaddormenta in sincro con gli umori di Menez.

 

Il suo modo di stare in campo e di muoversi così anarchico potrebbe creare degli scompensi tattici, lasciando perplessità sul suo utilizzo, ma il Milan ha bisogno della sua qualità di trascinatore, in attacco è sempre lui a dettare legge e difficilmente con una sua prestazione sottotono i rossoneri sono riusciti a fare risultato. Nel 2015 molto negativo della banda Inzaghi sono arrivate tre vittorie, con Cesena, Parma e Cagliari. In tutte e tre c’è lo zampino evidente di monsiuer Jeremy, con numeri e giocate da leader vero.

 

E il dato che impressiona di più riguarda i gol fatti sinora: ben 15 in campionato, al passo con bomber straordinari del recente passato rossonero, come Gilardino, Ibrahimovic o Shevchenko. Otto di questi su calcio di rigore, che lo consacrano miglior rigorista d’Europa alle spalle del solo ‘re’ Cristiano Ronaldo che ne ha trasformati nove. JM7 come CR7? Ovviamente no, ma se il portoghese del Real si pregia di avere accanto altri grandi campioni che possono dialogare con lui o risolvere le partite, spesso Menez nel Milan si ritrova a vagare nel deserto assoluto. Ecco che la sua leadership diventa fondamentale per tirare su una squadra tutt’altro che perfetta.

 

Redazione MilanLive.it

 

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