Cessione Milan, cinque anni per maturare la decisione

Silvio Berlusconi (getty images)
Silvio Berlusconi (getty images)

Il quotidiano Repubblica ha ripercorso, in un articolo presente nell’edizione cartacea oggi in edicola, le tappe che avrebbero portato Silvio Berlusconi a maturare la decisione di vendere il Milan. L’interessante excursus storico ha inizio ben cinque anni fa, quando la figlia del patron, nonchè presidente di Fininvest, Marina Berlusconi si lasciò andare davanti ai microfoni del giornale francese Equipe, dichiarando di ritenere “immorali certi stipendi percepiti dai calciatori“. Questo sfogo sarebbe stato il primo indizio per capire che i fasti degli ultimi anni stavano per terminare, per lasciare spazio ad una brusca inversione di tendenza.

 

Nello stesso anno, infatti, la holding proprietaria del club di via Aldo Rossi fece sapere all’amministratore delegato Adriano Galliani che la famiglia Berlusconi non era più intenzionata a ripianare le ingenti perdite che annualmente il bilancio registrava. Il Milan entrò dunque in una fase caratterizzata da una sorta di spending review che portò ad addii dolorosi come quello dell’allenatore Carlo Ancelotti (direzione Chelsea) ed a cessioni illustri come il passaggio di Kakà al Real Madrid. Tralasciando lo scudetto conquistato nella stagione 2010-2011 sotto la guida di Massimiliano Allegri, i rossoneri sono incappati solo in annate deludenti e sono stati nuovamente costretti a vendere i propri campioni, primi fra tutti Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva (al PSG), per sistemare i conti finanziari. L’addio dei cosiddetti “senatori” al termine della stagione 2011-2012 ha forse certificato anzitempo la fine del Milan targato Silvio Berlusconi, mentre il deficit di bilancio di 92 milioni di euro raggiunto in questi ultimi anni ha costretto il presidente a convincersi dell’idea di vendere la società.

 

Andrea Panzeri – Redazione MilanLive.it

 

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