P. Maldini: “Atene 2007 occasione della vita, il Milan aveva già deciso di non investire più”

Paolo Maldini
Paolo Maldini (©Getty Images)

Paolo Maldini è stato interpellato dal sito ufficiale dell’UEFA per parlare della sua grande carriera da giocatore al Milan, in particolare ricordando le emozioni provate nel disputare una competizione importante come la Champions League. La vecchia Coppa dei Campioni ha lasciato ricordi importanti alla leggenda rossonera.

Credo ci sia molto genetico nel fatto che a me sia sempre piaciuto il calcio – spiega Maldini -. Da quando ho iniziato a muovere i primi passi per me la palla era qualcosa che mi faceva divertire. Ho cominciato giocando all’oratorio e ai giardinetti con gli amici, poi a 10 anni ho fatto un provino con il Milan e lì è nata la mia carriera da professionista“.

Le prime finali giocate da Maldini

La prima finale giocata e vinta da Maldini con la maglia rossonera è stata quella di Barcellona contro lo Steaua Bucarest nel 1989. La ricorda così: “E’ stata bellissima, anche perché adesso non sarebbe più possibile un’esperienza del genere, visto che giocando contro una squadra della Romania c’erano 90 mila tifosi del Milan e solo due pullman loro. Lo stadio non era diviso a metà come succede adesso. Arrivare lì era molto più difficile di adesso, dato che dovevi vincere il campionato e tutte le partite previste. Sembrava l’occasione della vita, quella che ti capita una volta sola. Lo spirito era quello e forse proprio questo ha fatto sì che il Milan andasse in finale altre sette volte“.

Nel 1990 c’è stata la vittoria contro il Benfica a Vienna, ma non ci si sofferma su di essa. Paolo prosegue parlando di Arrigo Sacchi: “Tante cose me le ha insegnate lui. E’ stato bravo ad adattare le proprie idee al materiale umano a disposizione. Ho imparato che ci vogliono sacrificio e passione. Con lui il credo era quello di attaccare sempre“.

Si passa poi a ricordare la finale del 1994 contro il Barcellona ad Atene, un 4-0 sorprendente visto che alla vigilia i catalani venivano dati come favoriti: “Abbiamo dovuto fare la partita perfetta – spiega Maldini -. Venivamo anche da un finale di campionato non tanto bello, amichevoli perse e ricordo che Capello ci disse che eravamo fortissimi e che avremmo vinto. Ci siamo preparati davvero bene soprattutto per quella finale. Avere giocatori che potevano giocare in più ruoli, io da terzino ho fatto il centrale, è stata il segreto per affrontare una squadra molto forte come il Barcellona“.

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