Closing Milan, Campopiano: “Restrizioni cinesi e differenze Suning-SES”

Silvio Berlusconi Yonghong Li Han Li
Silvio Berlusconi con Yonghong Li e Han Li (Photo by Xh Sports)

MILAN NEWS – Pasquale Campopiano, tramite il proprio blog pasqualecampopiano.com, ha provato a spiegare cosa sta rallentando l’acquisizione del Milan da parte dei cinesi di Sino-Europe Sports e le differenze con l’Inter, comprata da Suning.

Il giornalista esordisce spiegando che il club nerazzurro è stato acquistato da un gruppo solido e riconoscibile, mentre a tentare la scalata in casa rossonera è un fondo di private equity con alle spalle investitori non identificati e capitanato dal broker Yonghong Li. Questo fondo si è trasformato poi in una società di capitali offshore, dopo la stretta di Pechino sulle esportazioni di capitali dalla Cina all’Europa. E SES sta dimostrando di avere difficoltà economiche rilevanti, dato che non ha rispettato la data del 3 marzo per il closing.

Campopiano mette in evidenza anche la differenza di prezzo. Suning per l’Inter ha speso 270 milioni, rifinanziando poi il debito e operando sull’asse Hong Kong-Lussemburgo-Milano. Anche Sino-Europe Sports ha impostato l’operazione su questa tratta, però a cifre decisamente superiori. Parliamo infatti di 520 milioni per le quote e di altri 220 per i debiti, per un totale di ben 740 milioni. Yonghong Li e i suoi soci pensavano di farcela, forti probabilmente di alcuni accordi stipulati con aziende a partecipazione statale. Ma lo scenario è mutato quando da Pechino è arrivato lo stop del Governo agli investimenti irrazionali all’estero.

Campopiano rivela di aver contattato una fonte finanziaria vicina al Governo di Pechino che ha chiesto di restare anonima. Questa persona ha spiegato che in Cina a partire dagli Ottanta sono stati accumulati dalla banche tantissimi capitali e anche tante società si sono ritrovate con molto denaro. Ha aggiunto: “Intorno al 2003 il governo cinese ha aperto agli investimenti esteri e nel giro di pochi mesi quelle stesse banche si sono trasformate in un far west. In sostanza davano soldi a tutti, liberando un mercato rimasto chiuso sotto il regime comunista, che come prima conseguenza, data la concessione di tantissimi prestiti, ha visto crescere l’economia cinese del 10% circa ogni anno. Una crescita enorme a fronte di un movimento di soldi incontrollato e “irrazionale“.

Sono stati fatti molti investimenti fuori dalla Cina e spesso alcune società sono state anche pagate più del loro reale valore. La stessa fonte finanziaria prosegue: “Il trend di grandi acquisizioni con forti prestiti ha superato presto ogni limite di sopportazione per il governo cinese. I massimi esponenti del partito comunista hanno cominciato a preoccuparsi per due motivi: 1) Innanzitutto che molte di queste operazioni gonfiate erano in realtà delle vere e proprie “truffe finanziarie” nel senso che chi chiedeva i prestiti lo faceva in collusione con la banca di turno e a fronte di un capitale messo a garanzia decisamente basso. 2) Questi prestiti enormi, inevitabilmente, provocano e portano alla crisi bancaria cinese”.

Da Pechino c’è stata dunque una stretta sulle transazioni a debito, in cui un investitore mette sul piatto solo una piccola parte del proprio patrimonio e il grosso della cifra se la fa dare da istituti di credito. La frenata del Governo cinese riguarda in particolare questo tipo di affari, quelli a debito come quello imbastito da Yonghong Li per acquistare il Milan.

A differenza del caso rossonero, Suning ha investito soldi propri nell’Inter e dunque non ha avuto problemi, considerando pure che ha chiuso l’acquisizione del club prima della stretta sulle esportazioni di capitali dalla Cina. Yonghong Li, invece, mette solo una parte di soldi propri all’interno di un affare da 740 milioni, visto che si fa prestare il resto. Dunque è stato stoppato. Qualche finanziatore si è ritirato, altri sono in stand-by per non innervosire il Governo. E la fonte finanziaria chiamata da Campopiano aggiunge che c’è “forte preoccupazione di come SES potrà garantire in futuro la vita societaria del Milan a fronte di questa situazione e di come potrà ripagare gli interessi sul debito se non a fronte di un piano industriale concreto e sicuro“.

Il fatto che l’operazione sia per la maggior parte a debito è il motivo principale della frenata di SES nell’acquisto del Diavolo. In Europa uno come Yonghong Li non avrebbe mai potuto imbastire un’operazione simile, perché i prestiti bancari vengono concessi in base al patrimonio personale o della società interessata. Invece in Cina la situazione era diversa. E la persona interpellata da Campopiano conclude dicendo “resta da chiedersi se Berlusconi e Fininvest fossero a conoscenza di un’operazione condotta da Yonghong Li quasi per intero a debito. E se fosse così, con quali garanzie gliel’hanno concessa”.

 

Matteo Bellan (segui @TeoBellan su Twitter)

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