Inzaghi: “Ricordi Champions indimenticabili. Allenatore? Ringrazio il Milan”

Filippo Inzaghi
Filippo Inzaghi (©Getty Images)

MILAN NEWS – L’esperienza da allenatore della prima squadra rossonera per Filippo Inzaghi non è stata positiva. I giocatori a disposizione non erano tecnicamente all’altezza, così come l’ambiente nello spogliatoio non era dei migliori.

Intervistato dalla rivista Undici, l’attuale tecnico del Venezia racconta così quella sua esperienza: “Il Milan mi ha dato una grande possibilità, quella di allenare a 40 anni la squadra dove ho vinto tutto. Non è andata bene, ma di questi tempi al Milan non è andata bene a nessuno. Quella stagione non ha intaccato le mie convinzioni, anzi, devo dire che le ha rafforzate. Tutto quello che è successo mi è servito. Sbagliato mandarmi via dopo una stagione? Non lo so, magari avrei continuato a fare male (sogghigna, nda). Forse è stato meglio così, non lo so. Sinceramente non mi pongo questo problema. Io vado avanti per la mia strada e basta”.

Inzaghi ricorda con piacere quanto fatto per lui e per il Milan da Adriano Galliani e Silvio Berlusconi. Adesso il club è in mano ad una nuova proprietà: “Quello che hanno fatto Berlusconi e Galliani per il Milan rimarrà nella storia. Per il bene che voglio al Milan e ai suoi tifosi mi auguro che questa proprietà riporti la squadra ai fasti di un tempo. Il tifoso del Milan è un tifoso passionale, ha bisogno di primeggiare“.

Ancora su Silvio Berlusconi: “La cosa più bella che ricordo fu prima della finale di Champions di Atene, contro il Liverpool. Stavamo mangiando a Milanello e mi vennero a chiamare, perché il presidente era al telefono. Mi disse: “Devi promettermi che farai gol”. Gli risposi “speriamo, non è facile””. 

La notte di Atene è stato il punto più alto della carriera? Pippo Inzaghi risponde così: “Sì. Sì, sì. Non mi è mai capitato di non dormire per dieci notti di fila. Ho pensato che fosse tutto un sogno. Ho fatto più di 300 gol in carriera, ma se non segni in partite come quelle… Poi quell’anno fu meraviglioso, perché oltre ai due gol di Atene segnai a Montecarlo in Supercoppa europea e due volte a Yokohama nella Coppa del mondo per club. Cinque gol in tre finali. Nessuno ci è riuscito, né Messi né Ronaldo. Cruijff e Rijkaard si sono fermati a quattro. È qualcosa che mi rende orgoglioso: a 34 anni poi, a un’età in cui, a volte, si è già smesso di giocare”. 

Ancora sulle due Champions League vinte con la maglia del Milan: “Paradossalmente nel 2003 fui più decisivo che nel 2007. Nel 2003 feci 12 gol, ma non segnai in semifinale e finale. Di quella Champions si ricorda il mio gol contro l’Ajax, ma non fu mio, segnò Tomasson. Però fui veramente decisivo dal preliminare alla semifinale. Nel 2007 segnai invece sei gol, la metà di quelli realizzati quattro anni prima. Ma sono le reti nelle partite decisive a essere ricordate”.

All’età di 38 anni Inzaghi ha dimostrato non essere sazio nonostante avesse vinto tutto. Il suo obiettivo era il record di gol europei, raggiunto in una notte magica per lui: “Faccio due gol al Real Madrid, supero Raúl in una serata incredibile, e dopo una settimana mi rompo il crociato. Questo è il bello e il brutto della vita. Io mi feci una promessa: anche se avevo 38 anni, non poteva finire così. Dovevo tornare a San Siro, segnare nell’ultima partita. Il destino mi ha dato pure questo, all’ultima di campionato contro il Novara, all’ultimo tiro in porta. Era il momento giusto per smettere, anche se non è stato facile. Nella vita, se credi nel tuo lavoro, alla fine vieni premiato. Il destino mi ha dato tutto quello che mi doveva dare, per questo mi reputo un uomo fortunato”.

 

Giacomo Giuffrida – Redazione MilanLive.it

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