CorSera – Milan, valore aumentato e cessione ‘top’ non obbligatoria

Marco Fassone Massimiliano Mirabelli
Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli (foto acmilan.com)

NEWS MILAN – Il club rossonero è entrato in un periodo abbastanza decisivo sia sul piano sportivo che su quello societario. Sul campo la squadra di Gennaro Gattuso avrà scontri diretti da affrontare, mentre la dirigenza si sta occupando di altre vicende.

Il Corriere della Sera oggi scrive che il Milan ha stilato il proprio piano di crescita. Strategie che che nell’immediato riguardano ad esempio il calciomercato (2-3 innesti senza cessione top) e nel medio-lungo periodo lo stadio (in 3-4 anni o si rimoderna San Siro oppure si trova una soluzione diversa).

Le previsioni di bilancio non considerano più la qualificazione in Champions League, complicata da raggiungere. Tuttavia il Milan non dovrebbe essere costretto a effettuare la cessione di un big della squadra per esigenze bilancio. Il budget per fare alcune operazioni in entrata ci sarebbe. L’idea è quella di sostituire 2-3 pedine. Le offerte per Gianluigi Donnarumma e Jesus Suso saranno valutate, ma non c’è alcun obbligo di vendere i due.

News Milan: rifinanziamento, UEFA, Yonghong Li & C.

Ovviamente bisogna considerare anche la questione del rifinanziamento del debito. La dirigenza ha dato mandato all’advisor Merrill Lynch di trovare un soggetto che rifinanzi la parte a carico del Milan, ovvero 123 milioni di euro più interessi. E il Corriere della Sera conferma che Marco Fassone vorrebbe costituire una società veicolo «sana», una media company (come fatto da Inter e Roma), che abbia in pancia diritti tv, sponsorizzazioni, gli asset capaci di generare ricavi. I proventi della newco, però, non andranno all’azionista, resteranno al club.

Il problema riguarda i 180 milioni più interessi della controllante Rossoneri Sport Investment Luxembourg, società con cui Yonghong Li ha acquistato il Milan. Sono al vaglio più opzioni, però va trovata una soluzione soddisfacente. Il tempo incalza, anche perché l’UEFA tra un po’ di settimane convocherà la società per parlare di settlement agreement e pretenderà che la vicenda del rifinanziamento sia risolta.

In ogni caso, il Milan riceverà delle sanzioni dai vertici di Nyon. Esse dovrebbero essere simili a quelle già date all’Inter. I nerazzurri ebbero 20 milioni di multa (14 congelati), tetto ai salari, limitazioni delle rose, impossibilità di introdurre nelle liste Uefa giocatori con un costo maggiore di quelli che escono. Un esempio: se il Milan volesse prendere un giocatore per 80 milioni, dovrebbe vendere per 80 oppure impiegare il nuovo acquisto solo in A.

Yonghong Li finora ha respinto l’interesse di potenziali acquirenti. E’ convinto che il rifinanziamento avverrà e che lui resterà in sella al club almeno fino al 2020, quando con lo sbarco in Borsa esso varrà oltre 1 miliardo. Il Corriere della Sera scrive che uno studio, commissionato dal fondo Highbridge alla società Inner Circle sport ha stabilito che il valore rossonero è cresciuto di 150 milioni, aggirandosi dunque sui 900. Ciò per effetto dell’incremento del valore della squadra e per l’abbassamento del debito.

Comunque, il Milan ad oggi non potrebbe essere venduto a 900 milioni. La presenza del debito verso Elliott Management Corporation è il motivo. Ma se il rifinanziamento dovesse arrivare, lo scenario potrebbe mutare. E se le cose sul campo (risultati sportivi) e fuori (Milan China e aumento del fatturato) dovessero finalmente ingranare a dovere, la società rossonera ne otterrebbe gran giovamento.

 

Redazione MilanLive.it

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