Milan, formula ‘alla Beckam’ per sbloccare l’affare Ibrahimovic

Zlatan Ibrahimovic Mino Raiola
Zlatan Ibrahimovic e Mino Raiola (©Getty Images)

CALCIOMERCATO MILAN – Da Los Angeles a Milano, Zlatan Ibrahimovic come David Beckam nel 2009. Stesso percorso e probabilmente formula simile. L’attaccante svedese, intanto, ha ribadito di recente la sua volontà in un’intervista a Vanity Fair: “Che il Milan mi piaccia non è un segreto. Da parte loro c’è interesse, però starei bene anche un altro anno dove sono. Milan sì o no? Non dico niente, vedremo…”.

Il club è stato meno esplicito, ma la discrezione in cui si muovono i dirigenti, l’apertura di Leonardo e l’assenza di smentite sono tutti indizi che confermano indirettamente lo scenario.

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Contano più i fatti che le parole. E come riferisce l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, il Diavolo è pronto a offrire un contratto di sei mesi a tre milioni di euro netti. Quasi il doppio dello stipendio americano. Inoltre, il precedente del doppio prestito di Beckham offre una soluzione per l’affare. Lo svedese è infatti sotto contratto con gli statunitensi fino al 2019 e ben oltre la scadenza semestrale rossonera, ma tale formula permetterebbe al giocatore di tutelarsi. Il 37enne, di fatto, manterrebbe così casa negli Stati Uniti e la svuoterebbe solo e unicamente in caso di effettiva conferma in Lombardia.

Nel frattempo la mancata qualificazione dei Galaxy ai playoff è un assist per Elliott Management Corporation: adesso, nessuno sbarrerà la strada ad Ibra e Mino Raiola è in costante contatto con Leonardo. Zlatan ritroverebbe in panchina Gennaro Gattuso,suo compagno di squadra tra il 2010 e 2012. Così l’ex Manchester United ne ha parlato in una recente intervista come riporta il quotidiano: “È un grande giocatore e un grande allenatore. Quando guardo le partite vedo che tutti i suoi calciatori gli vogliono bene. Quando vinci insieme a gente così, e noi abbiamo vinto Scudetto e Supercoppa insieme, è meraviglioso. Bei tempi. Al Milan ho passato due anni molto belli e non avrei voluto andarmene ma mi hanno “forzato” ad andare a Parigi. A Milano abbiamo vinto, sono diventato capocannoniere in un ottimo club e in un’atmosfera fantastica. E c’era la vecchia guardia: giocatori incredibili con cui ho avuto la fortuna di giocare e vincere. Mi hanno trattato bene: arrivavo da Barcellona dove avevo vissuto la tristezza e a Milano mi hanno restituito il sorriso”. 

 

Redazione MilanLive.it

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