Milan-Inter, Maldini: “I derby di Champions quelli più emozionanti”

A pochi giorni dal big match Milan-Inter arrivano le parole di Paolo Maldini sul derby. Lui che ne ha disputati tanti da giocatore e adesso li vive da dirigente.

Paolo Maldini
Paolo Maldini (©Getty Images)

Paolo Maldini ha iniziato a giocare nel Milan nel 1978 e ha chiuso la sua carriera da calciatore in maglia rossonera nel 2009. Di derby ne ha giocati tantissimi e conosce bene le emozioni e le pressioni che comportano questo tipo di partite.

Sabato sera a San Siro si gioca proprio Milan-Inter e per la seconda stagione consecutiva vivrà questa sfida da dirigente. Non è la stessa cosa che viverla da giocatore, però la voglia di vincere rimane la stessa per il direttore tecnico milanista. I 3 punti sarebbero molto importanti, sia per la classifica che per il morale della squadra di Marco Giampaolo.

Paolo Maldini sui derby Milan-Inter

Maldini ha concesso un’intervista ai canali ufficiali del Milan per parlare proprio dei derby contro l’Inter: «E’ sempre una grande emozione, ma devo dire che l’importanza di questo derby non è superiore a quella che dopo è l’importanza di vincere qualcosa nella stagione. In altre città il derby è più importante perché le squadre non sono mai arrivate ad obiettivi più alti rispetto a una partita singola».

A Paolo, che ne ha disputati moltissimi, viene anche domandato quali match contro i nerazzurri siano stati i più emozionanti: «Ne ho giocati tanti, credo oltre cinquanta. Sono stati tutti diversi. I primi forse non giocati al 100%, anche perché la tensione a 16-17-18 anni era più difficile da gestire rispetto a quando avevo 35 anni. Comunque in tutti questi derby ci sono state emozioni varie, forse quelli più emozionanti sono stati quelli di Champions League. Superare la semifinale giocata nel giro di sei giorni, qualificandosi per la finale e infine vincere la Champions… Forse quelli sono stati i più intensi».

La tifoseria ricopre un ruolo importante nei derby, soprattutto per la squadra che gioca in casa e ha la possibilità di avere un supporto maggiore. Maldini sui tifosi spiega: «Si sente sempre il calore della tifoseria, anche se esigente come quella del Milan. Per fortuna ho vissuto buona parte dei miei anni lottando per vincere qualcosa e conseguenza il tifo è sempre stato una parte importante delle vittorie. Nei primi anni Novanta c’erano 70mila abbonati, quindi eravamo veramente abituati ad avere lo stadio pieno».

Nessun gesto scaramantico ha caratterizzato la carriera di Paolo, che solamente all’inizio imitava qualche altro compagno e poi ha lasciato perdere: «Vedevo altri che li facevano e pensavo che magari potessero portare bene. Poi ho visto che ho vinto, perso o pareggiato facendo le stesse cose e ho detto che conveniva concentrarsi sul campo. Ho fatto così per il resto della mia carriera. Erano più cose del calcio anni Ottanta».

Il direttore tecnico del Milan spiega anche la differenza tra vivere un derby da giocatore e da dirigente: «C’è una differenza enorme tra giocare il derby e guardarlo. Da calciatore ti prepari 10-15 giorni per giocarla, in questo caso ti prepari per vederla. A livello di stress è molto impattante la partita vista, mentre quella giocata ti fa sfogare istinti e preoccupazioni».

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