Le quattro tappe di Elliott: giovani, conti, Uefa e stadio

Milan, sono quattro gli obiettivi madre di Elliott Management Corporation: politica dei giovani, conti, rapporto con l’Uefa e il nuovo stadio. Ecco la strategia della proprietà. 

Ivan Gazidis Milan
Ivan Gazidis (©Getty Images)

Una rosa giovane, conti stabili, rapporti normalizzati con la Uefa e un nuovo stadio. Come evidenzia il Corriere della Sera oggi in edicola, sono questi i quattro punti cardine del progetto targato Elliott Management Corporation.

Non c’è assolutamente l’intenzione di cedere a stretto giro. Certe voci ritornano periodicamente dato il momento del Milan e la natura della proprietà, dato che è un fondo d’investimenti, ma dalle parti di Elliott continuano smentite a proposito di una cessione. Non è questo l’intento, almeno non prima di aver centrato i quattro punti citati.

Solo una volta risanato il tutto può esserci una possibilità. Perché quando il processo sarà infatti completato, il Milan dovrebbe essere un club risanato, tornato ai vertici del calcio, e in quel caso vendita potrà essere conveniente. Ma prima di allora ne passerà di tempo. Magari non dieci anni come evidenziato di recente dall’Ad Ivan Gazidis, ma bisognerà comunque pazientare.

In ogni caso, dei quattro elementi chiave, l’Uefa è il punto sul quale il Milan ritiene di essere più avanti con il lavoro. Dopo l’accordo raggiunto la scorsa estate, con tanto di rinuncia all’Europa League, ora si dovrebbe infatti sfociare in un settlement agreement in grado di definire una volta per tutte il piano di rientro.

Ma per tutti gli altri la strada è ancora in salita. Partendo dai conti, con un rosso record di 155,9 milioni e la necessità di tagliare ancora nel tetto ingaggi della rosa. Ed è anche così che nasce e subentra la politica dei giovani. Assicurarsi potenziali campioni a prezzi ragionevoli per poi crearci plusvalenze che autofinanzino in club. La gioventù, inoltre, a differenza di profili blasonati, permette appunto di non appesantire eccessivamente la voce stipendi.

E’ tutto un circolo vizioso: se il Milan non ricomincia a essere attrattivo, pur volendo, è difficile che campioni o grandi giocatori vogliano raggiungerlo. Il che però si può spezzare solo aumentando i ricavi, ed è per questo che serve il nuovo stadio. Ma anche qui, dopo le condizioni poste dal Comune, la strada è tutt’altro che in discesa.

Suso fa mea culpa: è l’unico in casa Milan

Impostazioni privacy