“Un mare di cazzate”: Ambrosini svela la verità su Milan-Liverpool 2005

Ambrosini ha smentito una vecchia storia riguardante Milan-Liverpool del 2005 e ha anche parlato di Leao e De Ketelaere.

Massimo Ambrosini, Paolo Maldini, Alessandro Nesta, Gennaro Gattuso, Filippo Inzaghi e Andrea Pirlo sono protagonisti del docu-film ‘Stavamo bene insieme’ prodotto da DAZN e che sarà nelle sale dal 13 al 16 ottobre. Chi tifa Milan non mancherà di andare a guardarlo.

Milan Liverpool 2005
Milan Liverpool 2005 (©LaPresse)

Viene raccontata l’epopea della squadra di Carlo Ancelotti tra il 2003 e il 2007 con tanti trofei vinti: due Champions League, due Supercoppe Europee, un Mondiale per Club, uno Scudetto, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana.

A proposito di Champions League, nel 2005 i rossoneri persero a Istanbul una finale contro il Liverpool. Tutti si ricordano bene cosa accadde quella sera. Ambrosini, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha smentito che durante l’intervallo la squadra si sia rilassata: “Si è detto un mare di cazzate. La verità è che nei primi cinque minuti, seduti negli spogliatoio, noi giocatori litigavamo. C’era voglia di finire il lavoro e di discuteva su come farlo. La tensione era altissima, altro che risate e canti come qualcuno si è divertito a raccontare”.

L’ex centrocampista del Milan prosegue così il suo racconto su quanto avvenne nello spogliatoio a Istanbul, dove lui non giocò per infortunio ma era presente: “Intervenne Ancelotti dicendo ‘Basta, avete stufato, adesso state zitti perché vi dico io due cose da fare’. Rientriamo in campo e il secondo tempo riparte come il primo: dominio assoluto nostro. Poi in un quarto d’ora succede che loro ce ne fanno tre e pareggiano. Ricominciamo ad attaccare fino alla parata miracolo di Dudek su Shevchenko all’ultimo minuto dei supplementari. Ancora non ci credo”.

Parlando del Milan attuale, gli viene chiesto a chi somigli Rafael Leao: “Pioli lo paragonò a Henry, ha ragione. È un auspicio affinché faccia un ulteriore salto di qualità a livello realizzativo, diventando un grande attaccante come è stato Henry”.

Ambrosini risponde pure sul paragone tra Charles De Ketelaere e Ricardo Kakà: “È sbagliato? No, la suggestione del paragone ci sta. Kakà era più potente nella progressione, ma De Ketelaere è un finto lento. Ha forza e tecnica, tiene botta sul primo contatto e poi va, come faceva Kakà. Gli va dato tempo per osare di più. Deve finire l’apprendistato”.

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