Milan, che flop clamoroso: un errore di Maldini costa caro

Uno sbaglio dell’ex direttore tecnico rossonero pesa ancora sul bilancio del club: ecco di cosa si tratta.

 

Paolo Maldini dirigente del Milan guarda una partita dalla tribuna

Milan, che flop clamoroso: un errore di Maldini costa caro (LaPresse) – MilanLive.it

Ci sono tanti tifosi del Milan profondamente scontenti dell’attuale dirigenza e che sperano in dei cambiamenti al più presto. Teoricamente, nelle prossime settimane dovrebbe essere scelto il prossimo direttore sportivo e già questo potrebbe dare una svolta a un management che ha mostrato dei limiti in questi due anni.

Tra milanisti non mancano colore che sognano il ritorno di Paolo Maldini, ma si tratta di qualcosa di impossibile, almeno con l’attuale proprietà. È stato Gerry Cardinale in persona a comunicare il licenziamento alla leggenda rossonera a giugno 2023. E si sa che il rapporto non è ottimale né con il presidente Paolo Scaroni né con l’amministratore delegato Giorgio Furlani.

Non ci sono proprio le condizioni per un ritorno. Solamente una futura vendita da parte di RedBird Capital Partners, società americana oggi proprietaria del club, potrebbe cambiare la situazione.

Paolo Maldini, uno sbaglio pesante per il bilancio del Milan

Maldini, assieme a Frederic Massara e a Geoffrey Moncada, ha svolto un grande lavoro nel riportare il Milan a qualificarsi in Champions League e a vincere lo Scudetto. Meriti che vanno condivisi con l’allenatore Stefano Pioli e anche con i tanti giocatori che hanno dato un ottimo contributo in quelle stagioni.

Divock Origi attaccante del Milan sorride con addosso la maglia rossonera
Divock Origi, uno sbaglio pesante per il bilancio del Milan

Dopo la vittoria dello Scudetto nel maggio 2022, sembrava che il Milan potesse finalmente tornare a lottare con costanza per il tricolore e ad essere più protagonista anche in Champions League. Purtroppo, il calciomercato estivo successivo al quel trionfo è stato quasi completamente sbagliato.

Uno dei nuovi innesti fu Divock Origi, che era in scadenza di contratto con il Liverpool e che fu preso a parametro zero per essere una valida alternativa a Olivier Giroud. Anche se il belga non è mai stato un goleador, nella sua carriera aveva segnato alcune reti pesanti e c’era la fiducia che nel passaggio dalla Premier League alla Serie A riuscisse a fare la differenza. Ma è stato un fallimento: solo 2 gol in 36 presenze totali.

Dopo la prima stagione disastrosa, Origi è stato messo sul mercato ed è stato complicato cederlo. Il Milan gli aveva fatto firmare un contratto da 4 milioni di euro netti annui (5,2 lordi grazie al Decreto Crescita) con scadenza giugno 2027, con quel tipo di stipendio non era facile piazzarlo. Nell’agosto 2023 è stato ceduto in prestito al Nottingham Forest, ma le cose non sono andate bene e non è stato riscattato per i 5 milioni pattuiti.

Rientrato a Milano, la dirigenza gli ha fatto presente che non rientrava nel progetto e che al massimo sarebbe stato aggregato al Milan Futuro, la squadra Under 23 che ha debuttato quest’anno in Serie C. La Gazzetta dello Sport spiega che Origi non si è mai messo a disposizione e che non ha più avuto l’accesso a Milanello per allenarsi. Non si vede da tempo, anche sui social network è “latitante”: l’ultimo post su Instagram è datato 3 luglio 2024.

C’è chi lo ha visto allenarsi a Roma e a Firenze con un preparatore privato. Dopo non essere riuscito a cederlo durante l’ultimo mercato estivo, il Milan ci ha riprovato in quello invernale e ha fallito nuovamente. Origi ha preferito continuare a non giocare, una scelta discutibile e che rappresenta un controsenso per chi fa il mestiere del calciatore e dovrebbe avere l’obiettivo di essere protagonista.

Dopo una stagione passata ad allenarsi da solo, sarà ancora più difficile cederlo. Il Milan spera di trovare una soluzione per liberarsene. Da non escludere una risoluzione anticipata del contratto, anche l’ex Liverpool potrebbe pretendere come buonuscita l’intero stipendio dell’ultimo anno e non fare sconti. Vedremo. Sicuramente c’è stato un grosso errore di valutazione quando Maldini e Massara decisero di ingaggiarlo facendogli firmare persino un contratto di quattro anni.

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