Calciomercato Milan, Oscar Damiani e i vari Traoré, Taiwo, Niang e Constant: poker di scarti dalla Ligue 1

 

CALCIOMERCATO MILAN DAMIANI TAIWO TRAORE’ NIANG / Cos’hanno in comune Taye Taiwo, Bakaye Traoré, Mbaye Niang e Kevin Constant? Origini africane, passaporto francese, una militanza più o meno lunga in Ligue-1, un’acclarata mediocrità e, ahinoi, un contratto in essere con il Milan. E queste sono tutte cose note. Meno noto è il fatto che tutti questi trasferimenti sono stati curati dall’agente FIFA Oscar Damiani, esperto di calcio francese per ragioni che evidentemente trascendono la sua sfrigolante erre moscia. Ed è proprio Damiani che vogliamo accoratamente ringraziare.

Perché, a memoria, non si ricorda una simile invasione di locuste dalle parti di Carnago: in quattro non fanno un giocatore da Milan. Di Taiwo e delle sue comiche amnesie abbiamo parlato per tutto l’anno scorso, arrivando graziosamente ad accostarlo, per l’eleganza dei movimenti, a un diplodoco che sguazza nel fango. Del suo erede in pectore, Kevin Constant, ci tocca invece parlare in questi giorni e non lo facciamo certo volentieri, visto che le sue performance ci costringono quasi a rimpiangere l’improbabile Antonini. Per avere notizie di Niang – ritenuto inadeguato perfino da Dolcetti in Primavera, pensa te – bisogna invece scartabellare le pagine di cronaca rosa o, talvolta, nera.

Più interessante è la vicenda di Bakaye Traoré, uno che non era titolare nemmeno nel Nancy. Quando il Milan ne ha annunciato l’acquisto e i giornalisti francesi si sono quasi strozzati con il fois gras, ecco, quello era il momento di sospettare qualcosa. E, a maggior ragione, avrebbe dovuto essere ascoltato il parere di MilanLab, che aveva bocciato il maliano ai test atletici, ritenendolo più adatto per lavori di sartoria. Niente da fare, lo si è voluto mettere sotto contratto ugualmente. Per la gioia di Damiani.

C’erano una volta le bustarelle a Mino Raiola: certo che, per ogni Ibrahimovic o Van Bommel (o Pogba, che il pizzettaro avrebbe portato a Milano, se nel frattempo non avessero cacciato tutti i suoi assistiti), eravamo più che disposti ad accettare il Didac Vilà di turno.

Fabio Alberti – www.milanlive.it

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