Ulivieri: Seedorf? Da giocatore era allenatore in campo, ma in panchina è un altro mestiere

CALCIOMERCATO MILAN SEEDORF ALLENATORE ALLEGRI / A Coverciano, negli ultimi giorni, si è tenuto il corso per ottenere il Master per il patentino di Prima categoria-Uefa Pro. Tra gli assenti che hanno suscitato maggiore clamore, Clarence Seedorf, da molti il prossimo allenatore dei rossoneri. A far luce su ciò il presidente dell’Assoallenatori Renzo Ulivieri, che rassicura:  «È la prima volta che ne sento parlare ma sembra tutto a norma. Deve essere molto costoso per Seedorf perché due istruttori della Federcalcio olandese sono andati in Brasile per fargli lezioni, proseguite poi via Skype. Otterrà il patentino Uefa Pro nel 2014, intanto può andare in panchina come vice con quelli Uefa A e B da giugno».

Ulivieri, è vero che la Uefa non ha dato l’ok?
«La Federcalcio olandese ha avuto il via libera ad avviare il corso ma solo a settembre sarà approvato, o meno, dallo Jira Panel (commissione della Uefa che sovrintende alla formazione dei tecnici, ndr). Anche noi l’anno scorso abbiamo inserito il patentino Uefa A e B in un unico corso speciale per una dozzina di nostri campioni del mondo. Però abbiamo sottoposto prima il programma alla Uefa».

Quindi l’ex rossonero non avrebbe problemi in Italia?
«Se chiederà di essere tesserato come allenatore, il nostro Settore tecnico verificherà il suo percorso. Quando i nostri vanno all’estero le federazioni straniere sono esigenti, chiedono corsi d’aggiornamento, vogliono conoscere i voti di tutti i loro corsi precedenti».

C’è uniformità nella formazione europea?
«Abbastanza, ma ogni scuola di allenatori ha la sua filosofia. Quella italiana è eccezionale in organizzazione difensiva e ripartenze. Ed è migliorata sulla manovra. Quella olandese si distingue per possesso palla, senso del gioco, passaggio corto e manovra esagerata, che il Barcellona e la Spagna hanno fatto propri».

Seedorf se la caverebbe bene in panchina?
«Da giocatore era allenatore in campo. Ma allenare è un altro mestiere, con altre responsabilità».

In questi giorni ha fatto lezione a Stramaccioni e Inzaghi.
«Sono cresciuti molto. Soprattutto Andrea, ha maturato grande esperienza in breve tempo. Il suo umore? Contento non era, è normale».

E Inzaghi?
«All’inizio gli ho consigliato di fare un paio d’anni nel settore giovanile, che consente di commettere qualche errore senza avere gli occhi addosso. Dieci mesi fa Pippo era un ex calciatore, oggi è un allenatore. Ma fossi in lui farei un altro anno di praticantato».

Fabio Alberti – www.milanlive.it

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