Taarabt-gol, poi Pipita-show. Super Napoli, il Milan affonda

SSC Napoli v AC Milan - Serie A

Ufficiale: non era Clarence Seedorf l’antivirus. Dopo due vittorie e un pareggio, il suo Milan crolla sul prato del San Paolo come un aquilone dal fiato corto. La prestazione è ancora più sconfortante del risultato (3-1), perché il Napoli ha preso a pallate i rossoneri: 15 tiri in porta a 5. Seedorf ha cominciato col solito 4-2-3-1, riadattato dalla prudenza (Abate ala destra!). Nella ripresa ha fatto la rivoluzione: 4-4-2, De Sciglio è passato da destra a sinistra, Emanuelson che stava basso a sinistra si è alzato a destra, Abate è tornato indietro, dentro Kakà… Poi nel finale ancora 4-2-3-1 con Montolivo che è mancato tantissimo in fase d’impostazione. Insomma una gran confusione.

Male, Prof Il Milan, già travagliato dagli scossoni tecnici (Allegri) e societari (Barbara), avrebbe bisogno almeno di certezze tattiche per ritrovare serenità e non di questa macedonia. Per quanto carismatico, per quanto Prof ad honorem, Seedorf resta un principiante della panca. Per il bene del Milan, dovrà sforzarsi di contenere l’istinto innato di stupire e lavorare duro su concetti semplici, assecondando la qualità del gruppo. Dicevano che avesse restituito serenità a Balotelli. Ieri Mario, inesistente, sostituito da Pazzini, è uscito in lacrime, forse frullato da emozioni nuove e da una dedica inespressa. Unica consolazione: l’ottimo debutto del marocchino Taarabt, un gol e tanta corsa piena di tecnica.

Che Pipita – Con due gol (17 in stagione, 12 in campionato) e una partita da condottiero, Higuain ha stravinto il duello con Balotelli e rialzato il Napoli dopo una sconfitta e due pareggi. La Fiorentina, scattata nel pomeriggio, resta 3 punti dietro. La Roma è solo 3 punti avanti, in attesa del derby capitolino. Il modo migliore per avvicinarsi alla rivincita di Coppa Italia con Garcia. Se Seedorf cambia troppo, Benitez non cambia mai, arroccato sulle sue idee, nel bene e nel male. Ha preso il millesimo gol per mancanza di filtro a centrocampo, ma, a forza di confermarli, i meccanismi offensivi del suo 4-2-3-1 stanno diventando un carillon perfetto: vedi il delizioso ricamo del 3-1. Se migliorerà la fase difensiva col rientro di Behrami; se Hamsik, ieri in crescita, tornerà quello vero; se lieviteranno anche i mediani (bene Inler e Jorginho), il Napoli potrà divertirsi molto in primavera.

Un altro tridente – La necessità di riequilibrare il Milan porta Abate a fare l’esterno offensivo e l’esordiente Essien al fianco di De Jong: due mastini davanti alla difesa. L’altro esordiente Taarabt e Robinho completano un tridente molto diverso dal primo di Seedorf: Honda, Robinho, Kakà. Il Profeta del calcio spettacolo ha rinculato di brutto. Più Trap che Obama al San Paolo. E infatti il Milan del primo tempo riflette tutta la sua spaventata prudenza. Abate, che ci ha messo anni ad imparare le diagonali del buon terzino, si ritrova ala e ciondola spaesato. I due vitaminici buttafuori partecipano pochissimo alla costruzione, l’idea dominante resta il lancio lungo per i velocisti offensivi. La partita la fa tutta il Napoli, che conclude con facilità. Il Milan subisce, contiene e spara solo qualche ripartenza.

Solito canyon – Se passa in vantaggio all’8’ è grazie alla plateale collaborazione del Napoli. Jorginho perde palla e si spalanca il solito canyon. Avete presente la cavalcata in gol di Cassano (Parma)? E quella di Bruno Fernandes (Udinese)? E Strootman (Roma)? Uguale. Il bravo Taarabt, scoperto dall’occhio sapiente di Gianni Di Marzio, converge da sinistra e parcheggia in rete. Ma il Napoli ci mette tre minuti a pareggiare, con un pensiero da lontano di Inler che sbatte su De Jong e uccella Abbiati. Il resto del tempo è il Napoli che attacca con i suoi ricami nel breve: Abbiati abbatte Mertens fuori dall’area, palo di Maggio. Il Milan risponde con un’altra accelerata del solito Taarabt. Nella ripresa Seedorf torna ai tempi di Sacchi e compatta le linee del 4-4-2. Ma non basta a proteggersi perché Higuain brucia il curioso capitano Mexes e incorna in rete il vantaggio (11’). Seedorf smanetta nervosamente il telecomando tattico e mandare in campo uomini. Rafa, fedele a se stesso, gliene fa un altro: 3, come a Istanbul.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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