Seedorf punge Balotelli: “Prima o poi dovrà esplodere e diventare il campione che ancora non è”

Seedorf Balo (foto corsport)
Seedorf Balo (foto corsport)

Una settimana molto complicata alla vigilia di un mese terribile. A nemmeno un mese dalla prima panchina rossonera, Seedorf ha smarrito per strada il sorriso stampato che, dopo aver accompagnato i suoi primi giorni a Milanello, ora ha lasciato il posto a un’espressione abbastanza cupa. Comprensibile: lo schiaffo di Napoli è stato pesante, il malumore di Berlusconi decisamente tangibile e martedì sera, durante una cena ad Arcore alla presenza di Galliani, il Cavaliere ha chiarito di persona all’allenatore che, oltre alla risalita in campionato, gradirebbe parecchio anche il passaggio del turno in Champions League. E in più c’è un Balotelli che, parole dell’allenatore, «campione ancora non è».

Tempo (poco) – Ce n’è abbastanza per mettere pressione anche a chi ha già vissuto mille battaglie come Clarence. Anche perché la situazione generale continua a essere precaria: lo score del Professore parla di due vittorie, un pareggio e due sconfitte. Seedorf ha trovato una squadra afflitta da molti problemi, ma per ora non ha dato la svolta che molti si aspettavano. O almeno un abbozzo di svolta, perché ovviamente per certe cose occorre del tempo. Il problema è che di tempo il Milan ne ha poco. Un mese di fuoco, dicevamo, che fino all’11 marzo vede nell’ordine: Bologna, Atletico Madrid, Sampdoria, Juve, Udinese e ancora Atletico. Un momento della stagione decisivo, per tentare di rialzarsi dopo aver fallito l’obiettivo europeo meno tortuoso, attraverso la Coppa Italia.

Intesa – Seedorf peraltro non è il solo ad aver vissuto giorni complicati. Balotelli, che continua a essere immortalato in atteggiamenti spensierati in allenamento, è reduce da un periodo di forte stress personale, culminato con le lacrime del San Paolo. Il Milan ha così provato a stendergli attorno una sorta di cordone mediatico protettivo, in modo da attutire i colpi degli ultimi tempi. Solo che ieri Seedorf, pur in mezzo a tanti complimenti, lo ha descritto in un modo piuttosto crudo: «Tutti possono avere una partita dove le cose non vanno, quel pianto a Napoli è stato uno sfogo, è un essere umano. Ha un talento che tutti riconoscono. Speriamo che possa esplodere e diventare il campione che oggi ancora non è». Rimandato a settembre senza mezzi termini: non è campione, per il momento. Ma deve studiare per diventarlo. Un verdetto pesante, parole che fendono un’aria già pesante, e magari non era il momento. Per il resto, «sono abbastanza convinto che prima o poi lo vedremo giocare alla grande con continuità». Ciò che si augura chiaramente per tutta la squadra: «Dopo Napoli non ho visto un gruppo demotivato, anzi ho notato la volontà di aumentare ancora il numero di giri. Non sono assolutamente preoccupato, ma molto ottimista sul fatto che la crescita sarà costante. Che cosa ci siamo detti con Berlusconi? C’è grande intesa tra noi e grande voglia di lavorare per riportare il Milan in alto. Vincere è scontato, io vorrei anche convincere».

Fonte: Gazzetta dello Sport

Impostazioni privacy