Milan, i tre mesi di gestione Seedorf: turbolenze, incomprensioni ed equivoci tattici

AC Milan v Calcio Catania - Serie A

Le vittorie aiutato a nascondere sotto al tappeto le critiche, le incomprensioni ed i problemi. Ma nascondere non significa cancellare. Nonostante i miglioramenti alcune questioni rimangono latenti.
I primi tre mesi di Clarence Seedorf sono stati sufficientemente turbolenti da creare e alimentare varie situazioni piuttosto delicate. Inizialmente è stata una questione di risultati. Fino alla sconfitta col Parma l’olandese è stato ostaggio della sua stessa filosofia tattica, troppo spregiudicata e poco adatta agli uomini a disposizione. Ma intanto hanno iniziato a farsi largo anche altri tarli. Relativi al suo modo di gestire il gruppo e di rapportarsi col club. Ad esempio la squadra ha mal sopportato l’introduzione dello psicologo, gli allenamenti interrotti innumerevoli volte per lunghe spiegazioni tattiche, o le riunioni tecniche per reparto.

Alla società di via Aldo Rossi non sono piaciuti anche certi riferimenti che Seedorf ha fatto nei confronti di Massimiliano Allegri per giustificare alcuni risultati negativi oppure la scarsa forma di alcuni giocatori. Sia chiaro, l’olandese sta migliorando. Ma alcuni atteggiamenti ancora vengono mal digeriti.

Anche le scelte di formazione lasciano scettici. Montolivo, capitano della squadra, non si sente coinvolto nel progetto tecnico dell’allenatore e la sua esultanza moderata dopo il goal contro il Catania fa intendere che c’è qualcosa che non va. Pazzini non è stato felice di essere entrato a cinque minuti dalla fine. Abate viene poco considerato ed ha paura di perdere il Mondiale. De Sciglio è disponibile a giocare a sinistra, ma Seedorf ha sempre scartato tale ipotesi. Bonera, ultimamente impiegato a destra, vorrebbe tornare al centro della difesa.

Domenica sera proprio sul tema degli esterni ha dichiarato: «Il calcio totale all’olandese? Io preferirei Cafu e Serginho sulle fasce, ma non li ho». Parole che non sono proprio il massimo da sentire per i giocatori che ci sono in squadra. Non dimentichiamo poi la questione relativa a Mauro Tassotti, il vice che viene poco coinvolto da Seedorf e che a fine stagione potrebbe decidere di andarsene assieme ad alcuni giocatori scontenti.

Fonte: GaSport

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