Milan, maxi-intervista a El Shaarawy: “Mi sento più forte e sogno un gol al Sassuolo”

Stephan El Shaarawy
Stephan El Shaarawy

Il Corriere dello Sport di oggi apre con una maxi-intervista a Stephan El Shaarawy, il talento di casa Milan che sembra finalmente pronto a recitare un ruolo da protagonista in rossonero:

Era lecito attendersi più considerazione dal ct azzurro?
«Io ho sperato fino alla fine di poterlo convincere, di conquistare la sua fiducia per riuscire ad accaparrarmi un posto per il Brasile. Ma devo riconoscere che effettivamente, un paio di partite erano davvero troppo poche per dare certezze solide e concrete».
Che cosa voleva dimostrare?
«Che stavo bene, che sto progredendo, che sto tornando in tempi brevi ai miei livelli abituali».
El Shaaarawy, però, non aveva mai fatto mistero del suo desiderio «mundial».
«È vero. Sono stato sempre molto carico su questo argomento. Mi serviva anche per cercare di raggiungere questo obiettivo, quello più immediato. Ma va bene così».
Le convocazoni di Prandelli hanno creato qualche malumore, anche dal punto di vista formale… Prandelli si è fatto vivo con El Shaarawy?
«L’ho sentito al telefono in…viva voce mentre ritiravo un premio a Crema».
Cosa ha detto al Faraone?
«Mi ha detto di continuare così come sto facendo».
Un anno fa, dopo la Confederations Cup, il ct si era espresso in maniera critica nei confronti di El Shaarawy accusandolo di non avere ancora una personalità ben definita.
«Mi ritengo un buon giocatore, ho ancora tanto da imparare a 21 anni perché sono all’inizio della mia carriera. Ed è giusto chiedermi di più per le mie qualità».
Da dove riparte a questo punto El Shaarawy?
«Dalla mia ritrovata condizione che sta migliorando sempre di più. Sono molto concentrato sulla nuova stagione».
Contro il Sassuolo ci sarà un altro esame importante.
«Se dovessi partire titolare cercherei di aumentare il mio minutaggio. Magari segnando anche un gol che, per un attaccante, non guasta mai».
Tutte le paure sono passate? Non ci sono più timori?
«Esatto. La mia condizione è migliorata molto nelle ultime settimane. Sono partito con 20-30 minuti con la Primavera. Sono stati molto positivi e confortanti i primi 45’ giocati con la prima squadra».
Ma almeno una parte del calvario poteva essere risparmiata provvedendo prima all’operazione.
«Si è tentato di applicare una terapia conservativa che non ha avuto buon esito. Ma adesso tutto è finito, nel migliore dei modi».
Che El Shaarawy vedremo nella prossima stagione?
«Il mio obiettivo primario, quello sicuramente principale fin dai primi allenamenti, sarà di tornare protagonista dopo una stagione pessima dove la sfortuna e gli infortuni si sono accaniti contro di me».
Sarà diverso il Faraone rispetto al recente passato?
«Io mi auguro di poter giocare nella stessa posizione, esterno sulla sinistra, quella a me più congeniale. Penso sia la collocazione tattica dove riesco a esprimermi al meglio».
Diamo i…numeri: q uali sarebbero quelli più congeniali?
«Parlando di schemi il 4-3-3 potrebbe essere il migliore. Ma anche il 4-2-3-1 andrebbe bene lo stesso. Mi piacerebbe, lo ripeto, poter giocare largo a sinistra».
Dopo l’incubo del lungo infortunio potrebbe tornare d’attualità un grande sogno: quello di giocare con Kakà nel Milan.
«Non vedo l’ora di poterlo realizzare. Ero così contento nell’estate 2013 quando Ricky tornò al Milan… In realtà è arrivato lui ma sono venuto meno io. Spero di rifarmi».
Ma Kakà potrebbe anche togliere il disturbo…
«Spero di no. Da sempre è il mio idolo, in questa stagione ci siamo solo intravisti. Ho voglia di giocare con lui».
El Shaarawy largo a sinistra, Kakà sulla destra: Balotelli prima punta?
«Penso che Mario possa giocare in qualsiasi parte del reparto offensivo. Anche da centravanti vero».
Come e dove sarà cambiato il nuovo El Shaarawy rispetto alla prima parte della stagione 2012-2013 quando segnò 16 gol?
«Di fondamentale c’è solo una cosa: stare bene fisicamente. Quando poi prendi il ritmo giusto, ti viene tutto più facile, primo fra tutti fare gol. Io penso di essere sempre lo stesso strutturalmente. Sicuramente questa esperienza mi ha fortificato».
El Shaarawy si è sempre distinto in campo per la grande generosità, forse anche eccessiva in ruoli di copertura non suoi…
«In effetti nella seconda parte della scorsa stagione le mie prestazioni sono state uguali, solo che è mancato il gol. Ma nella mia testa non ho sentito tanta negatività, è mancato solo il gol».
La stagione che si sta per concludere è da considerare negativa a tutti gli effetti. Cosa c’è da cambiare?
«Questo gruppo è grosso modo quello che in precedenza aveva conquistato il terzo posto. Ha grandi qualità anche se avrebbe dovuto fare qualcosa di più sul campo. Questa volta non siamo riusciti a recuperare lo svantaggio, siamo stati sfortunati ma dovevamo dare di più».
Il Milan è sempre a «caccia» di talenti. Da qualche giorno c’è anche Mastour ad allenarsi a Milanello. Può già essere considerato un predestinato?
«Due anni fa eravamo in vacanza insieme in Sardegna… Ci divertivamo a palleggiare, era una sfida continua. Sicuramente è un giocatore di grande qualità, ma è ancora molto giovane, non bisogna addossargli troppe responsabilità, ma può avere un grande futuro».
Ma la pressione in questi casi può essere davvero un grande problema?
«Certamente Hachim deve crescere da solo, deve essere lasciato tranquillo. Deve dimostrare tutto il suo talento lavorando sempre con grande grande umiltà. Bisogna andarci piano, è ancora presto per capire di che pasta è fatto».
Quanto è maturato e cresciuto, invece, El Shaarawy dopo l’infortunio?
«Si è trattato sicuramente di brutta esperienza ma che mia ha insegnato tante cose, soprattutto dal punto di vista umano mi è servito a consolidarmi, sono più forte».
È proprio vero che tutti i mali non vengono per nuocere…
«Gli ultimi sono stati mesi molto duri per me, ma mi hanno fatto bene. No, non ho mai avuto paura che la mia carriera potesse essere compromessa».
Il Milan dimostra di credere molto nei giovani. È questa la strada giusta per tornare grandi?
«Sì, il settore giovanile deve lavorare molto e bene. Ci sono bellissimi giocatori nelle giovanili del Milan. De Sciglio è il miglior prototipo di questi ultimi anni considerato il fatto che disputerà un Mondiale ad appena 21 anni».
Le società devono avere più coraggio?
«Sì, anche perché portano solo vantaggi: non li paghi niente, li hai già in casa tua. Per questo bisogna puntare su di loro».
Fra le novità azzurre spiccano Cerci e Immobile.
«Entrambi hanno meritato questo premio in virtù anche del campionato disputato dal Torino. Con Immobile avevo già giocato nell’Under 21, Cerci l’ho incrociato nella Nazionale maggiore».
Come bisognerà affrontare il prossimo campionato?
«Purtroppo temo che il Milan non sarà gravato dall’onere, ma in realtà si tratta anche di un grande onore, delle Coppe europee. Questa situazione ci consentirà di allenarci molto bene durante la settimana dove sarà necessario preparare al meglio le partite».
Cosa giocherà a favore del Milan?
«La probabile mancanza delle Coppe e, probabilmente, l’effetto post-mondiale potrebbe avere effetti particolari sulle nostre squadre di riferimento. Dovremo partire bene, molto bene per sfruttare queste situazioni a noi sicuramente favorevoli».
L’ultimo gol segnato in campionato è ancora molto, troppo lontano…
«Vero: il derby del 24 febbraio 2013. Portai in vantaggio il Milan, ma poi fummo raggiunti da Schelotto. È andata meglio due turni fa. La vittoria ci mancava da troppo».
Contro il Sassuolo si potrebbe interrompere questa tradizione negativa…
«Me lo auguro. Ne sento la mancanza, potrei chiudere bene una brutta stagione, mettendomi tutto alle spalle».

 

Redazione MilanLive.it

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