Cos’è Doyen Sports: dalle miniere alle percentuali su Falcao. E quella lotta con la Fifa

Radamel Falcao (Getty Images)
Radamel Falcao (Getty Images)

Il nome di Doyen Sports entra prepotentemente a far parte delle cronache Milan, ma non solo in chiave calciomercato, come ipotizzato fino a qualche mese fa, ma addirittura per quanto riguarda il controllo delle quote societarie attualmente in mano a Fininvest ed alla famiglia Berlusconi. La Gazzetta dello Sport di oggi spiega meglio la nascita e la crescita di questo ricco fondo di investimenti sportivi.

 

Società araba, con sede a Malta e guidata da un manager portoghese, Doyen Sports è una costola nata dalla holding di Dubai arricchitasi grazie alla crescita nel settore minerario ed energetico, assolutamente florido soprattutto nelle zone tropicali del Medio Oriente. L’idea di Doyen è quella di esportare nel calcio occidentale ciò che le società di procuratori calcistici già attuano da una vita in Sudamerica: acquisire la proprietà dei cartellini di alcuni calciatori e rivenderla guadagnando sempre sulle percentuali. Nella scuderia attuale sono presenti fenomeni come Falcao, Marcos Rojo, Yacine Brahimi e Geoffrey Kondogbia.

 

Ma non solo percentuali sui talenti: Doyen Sports ha recentemente aiutato alcuni club prestando fondi per uscire dalle varie crisi, divenendo una società di finanziamento ad alto raggio. L’Atletico Madrid qualche anno fa ha chiesto aiuto a Nelio Lucas per ricompattare il bilancio, idem per le due big portoghesi Benfica e Porto, tra i maggiori partner di Doyen. Ma la Fifa è contraria ai metodi del fondo arabo, considerato il leader delle cosiddette Terze Parti’, ovvero quelle società che si intromettono nei rapporti tra squadra di club e calciatore in maniera massiva. Joseph Blatter ha iniziato una crociata contro queste presunte speculazioni, ma le risorse di Doyen al momento sono al centro del calcio che conta.

 

Redazione MilanLive.it

 

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