Xi Jinping, il leader tifoso del Milan che licenziò per umiliazione il ct Camacho

Xi Jinping (getty images)
Xi Jinping (getty images)

La Gazzetta dello Sport, dopo le rivelazioni su un contatto ormai solido tra Silvio Berlusconi e il capo di Stato Xi Jinping per le quote del Milan, ha voluto farci scoprire qualcosa di più sul leader cinese, vero e proprio appassionato di calcio, pur dirigendo un paese che in fatto di cultura calcistica è ancora parecchio indietro. Tre i sogni nel cassetto del segretario del Partito Comunista: vedere la Cina qualificarsi al Mondiale (già accaduto nel 2002), ospitare la rassegna intercontinentale nel proprio paese e un giorno riuscire a vincerla.

 

Il giovane Xi Jinping, quando era solo un militante del partito, era già un calciatore provetto, sviluppando la passione sportiva prima di quella politica. Il sogno di diventare un professionista fu interrotto, ma per anni è stato rappresentante della squadra di calcio universitaria. Grande tifoso del Milan dall’inizio dell’era Berlusconi, la squadra schiaccia sassi che con Sacchi prima e Capello poi vinse qualsiasi trofeo tra il 1986 e il 1995.

 

Jinping è noto alle cronache sportive per aver licenziato personalmente il ct della Nazionale cinese Antonio Camacho, dopo l’umiliazione del 15 giugno 2013: la Cina fu sconfitta 5-1 da una selezione thailandese nel girono del 60° compleanno del leader, il quale decise di agire personalmente. Con Berlusconi ha ottimi rapporti da anni, visto che il presidente del Milan l’ha ospitato in Italia per il G8 dell’Aquila nel 2009 e a Roma nel 2011. E chissà che i loro destini non tornino ad incrociarsi proprio in ambito calcistico.

 

Redazione MilanLive.it

 

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