Abatantuono spiega flop di Inzaghi: “Manca di esperienza”

Filippo Inzaghi (Getty Images)
Filippo Inzaghi (Getty Images)

Per tutti i tifosi del Milan questa seconda stagione di fila piena di delusioni e fallimenti è stata terribilmente umiliante. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, sulle pagine di Milano&Lombardia, il noto attore comico Diego Abantanuono, che è anche un grande tifoso rossonero ha voluto fare il bilancio di questa stagione disgraziata: “Gli altri dicono sempre dopo quindici anni quello che dico io – esordisce -. Era difficile non essere premonitori all’inizio di questa stagione. Ovviamente tutti i milanisti sono molto affezionati a Inzaghi, come lo erano a Seedorf, ma non saranno stupidi quelli che spendono soldi per Ancelotti, Mourinho o Guardiola. Se l’esperienza non servisse a niente, sarebbe un mondo di furbi che colgono il futuro nello sguardo di una persona. Tutto ciò per dire che se sei uno come Seedorf, che se ne va in Brasile e poi torna per allenare il Milan senza esperienza e senza essere rimasto in Italia negli ultimi mesi, come fai a dare una svolta?”.

 

Le critiche non sono quindi per Filippo Inzaghi, ma per chi crede di poter rendere una squadra competitiva senza uomini con esperienza: “Gli mancava l’esperienza e lo sapevamo tutti. Nel Milan non c’è stato gioco, né con Seedorf, che ha avuto comunque poco tempo, né con Inzaghi. Quest’anno non ho mai visto un gioco, solo qualche spunto ogni tanto di Menez. Eppure il Milan ha giocatori che avrebbero potuto fare un buon campionato, riuscendo a piazzarsi in Europa. Non c’è una colpa particolare, semmai di chi ha pensato di inventarsi un allenatore senza esperienza. Eppure in Italia siamo pieni di allenatori che, con esperienza, si sono rivelati buoni”.

 

Abatantuono ha poi fatto il punto anche su chi in questa stagione ha indossato la maglia rossonera: Menez si era capito sia come giocatore, sia come uomo a livello caratteriale. Lui non è Ibrahimovic, che è un grande giocatore con un carattere particolare. A mio gusto, salverei per età e per sicurezza De Jong, così come Mexes, che non mi dispiace, pur con sproporzioni di ingaggio”.

 

Secondo l’attore la crisi del Milan non è casuale e non è cominciata in questa stagione: “Mancava progettualità già con Allegri, uno sul quale mi sono ricreduto perché è bello sbagliare. Lo giudicavo un allenatore particolare. Non si capiva la partenza di Pirlo, il fatto che Inzaghi non giocasse, il fuggi-fuggi generale. Invece si è dimostrato un grande allenatore. Oggi il problema di fondo è lo stesso per il quale è andato via Allegri: è strano come vengano comprati i giocatori, come vengano ceduti, non c’è stata una logica negli ultimi anni. Qualunque sia il motivo del mancato arrivo di Tevez, era già un segnale perché un episodio come quello non era mai successo in precedenza al Milan”. 

 

Redazione Milanlive.it

 

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