Leonardo: “Il Milan non è Berlusconi. Ancelotti? Se non torna, terrei Inzaghi”

Leonardo (Getty Images)
Leonardo (Getty Images)

Leonardo è un personaggio che al Milan ha speso 13 anni ricoprendo ruoli come giocatore, dirigente e allenatore. Il suo addio al termine della stagione 2009/2010 fu dovuto a contrasti con Silvio Berlusconi e i tifosi rossoneri si schierarono quasi completamente dalla sua parte fino a quando il brasiliano non decise di accettare l’offerta di Massimo Moratti di allenare l’Inter. Un tradimento che ai supporter milanisti non andò giù e per il derby dell’aprile 2011 preparano una scenografia a lui dedicata con la scritta ‘Giuda Interista’ e cori offensivi di vario genere. Una frattura mai sanata e che mai lo sarà probabilmente.

 

L’ex direttore generale del Paris Saint Germain è stato interpellato dai microfoni di Gazzetta TV per parlare proprio della situazione  attuale del Milan. Queste sono state le sue dichiarazioni senza peli sulla lingua: “Il Milan per me non è Berlusconi, per me è stato tante altre cose. Io capisco che sia stato complicato per lui gestire la situazione, però non capisco perché si voglia incidere senza sapere esattamente cosa stia succedendo. È un problema di modi e per me non era facile andare avanti. Berlusconi avrà le sue colpe, ma anche all’interno le scelte societarie hanno portato alla rottura di rapporti. E oggi il Milan fa fatica ad avere un insieme di persone che remano nella stessa direzione“.

 

Leonardo continua la sua analisi sul club di via Aldo Rossi sottolineando che ad oggi non ci sono più i soldi del passato e che non si capisce quale sia la dimensione attuale: “Il Milan è sempre stato all’avanguardia nelle strategie, la società ha sempre puntato al primo posto, ha sempre avuto la disponibilità per farlo e ha sempre provato a farlo. Ora non le ha più e bisogna che essa trovi una dimensione“.

 

Il brasiliano ha espresso la propria opinione in merito al possibile ritorno di Carlo Ancelotti a Milanello: “Lo vedo determinato a non accettare, ma conoscendolo so che è combattuto perché è uno sentimentale: ma non può sistemare tutto all’improvviso. Il Milan lo cerca perché può essere un punto di riferimento, come lo è Mancini all’Inter, avrebbe tempo e richiamerebbe giocatori importanti. Ma se lui non accetta, continuerei con Inzaghi, perché se prendi un altro cosa cambia?“. Proprio su Filippo Inzaghi ha concluso poi il suo intervento menzionando le bordate presidenziali nei suoi confronti: “Siamo consapevoli che negli ultimi anni le scelte di comunicazione di Berlusconi non sono state sempre felici. Io fossi in Pippo me ne andrei, ma lui vuoi restare“.

 

Redazione MilanLive.it

 

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