Bye bye Pippo: l’amara fine del flop Inzaghi. E quel ‘no’ alla buonuscita

Pippo Inzaghi (Getty Images)
Pippo Inzaghi (Getty Images)

Ormai quasi 24 ore fa l’avventura di Filippo Inzaghi con il Milan si è conclusa, in maniera amara, con un tocco di spugna rapido ed indolore su tutta la carriera prima da splendido centravanti, poi da promettente tecnico del settore giovanile, infine da flop sulla panchina della prima squadra rossonera. Bye bye Super Pippo, un saluto ormai sicuro che però poteva avvenire con un tantino di onore e rispetto in più.

 

La Gazzetta dello Sport ricostruisce stamani i passaggi che hanno portato al divorzio tra le parti. “Pippo è l’uomo che riporterà il Milan in Champions” – aveva ammesso Adriano Galliani, suo sponsor numero uno, per poi doversi ricredere non  tanto sulle sue capacità, ma su una maturazione non ancora avvenuta completamente, anzi, piuttosto carente nella gestione della prima squadra e dei big. Ha fatto effetto ieri vedere rimosso il suo nome sul posto auto nel parcheggio di Milanello, segnale di resa e di tramonto sulla sua breve e poco soddisfacente era.

 

E poi i dissidi sulla possibile rescissione consensuale, strada percorsa dal Milan per provare a concludere il rapporto senza acredine e con un anno di anticipo dalla scadenza del contratto. Inzaghi ha detto no all’offerta di 600 mila euro partita da via Aldo Rossi come buonuscita, ha preferito i canonici 900 mila fino a giugno 2016, quando anche l’ultimo rimasuglio di accordo svanirà senza grandi clamori.

 

Redazione MilanLive.it

 

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