Donadoni: “Andare al Milan è stato come toccare il cielo con un dito”

Roberto Donadoni (Getty Images)
Roberto Donadoni (Getty Images)

Roberto Donadoni ha fatto parte della stupenda e gloriosa storia del Milan. In carriera, da calciatore, ha vinto praticamente tutto in rossonero, pedina fondamentale sia per Arrigo Sacchi che per Fabio Capello. Dal 2001 è allenatore, e per uno tatticamente superiore come lui non poteva essere altrimenti: per lui esperienze quasi sempre positive, esclusa quella con il Napoli, durata pochissimi mesi. L’ultima, a Parma, è stata un vero capolavoro, sia per i risultati e sia per la gestione fredda e razionale della situazione caotica generata negli ultimi mesi a causa delle vicende societarie.

 

In estate, fra i tanti nomi fatti per il dopo Inzaghi, c’era anche il suo, come era successo anche in passato. Ma poi il Milan ha deciso di virare su Sinisa Mihajlovic. “Ho smesso di farmi queste domande, è solo una perdita di tempo. Non sono domande che faccio a me stesso, le farò – se capita – a chi di dovere“, ha risposto così il tecnico del Bologna, ai microfoni del Corriere dello Sport, alla domanda sul perché non avesse ancora allenato i rossoneri.

 

Nonostante questo, però, il suo legame con il Milan resta forte, fortissimo. D’altronde, impossibile dimenticare gli anni vincenti, come indimenticabile è anche l’approdo in rossonero nel 1986 (quello di Donadoni fu il primo acquisto gestito in prima persona da Silvio Berlusconi): “Ero tifoso del Milan fin da ragazzino, stimavo Rivera, ho sempre vissuto la mia passione come possibilità per crescere. Il mio approdo al Milan? Quando ero all’Atalanta si erano fatti avanti Milan e Juventus. Mio fratello mi aveva trasmesso la passione per i rossoneri fin da piccolo. Quando si è presentata questa opportunità mi sono rivolto a Previtali, l’allora ds, e gli ho chiesto un consiglio, non l’ho visto convinto della Juve e alla fine ho scelto il Milan: devo dire che ho fatto la scelta giusta: sono soddisfatto. Per me è stato come toccare il cielo con un dito“. Queste le parole dell’ex Parma, rilasciate durante la consegna del premio Giacinto Facchetti e riportate dalla Gazzetta dello Sport.

 

Redazione MilanLive.it

 

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