Milan-Liverpool, Ancelotti: “Tutta la verità su Istanbul 2005”

Carlo Ancelotti
Carlo Ancelotti (©Getty Images)

Il 25 maggio del 2005, undici anni fa, il Milan ha perso la finale di Champions League a Istanbul contro il Liverpool al termine di una partita veramente incredibile. I rossoneri di Carlo Ancelotti erano in vantaggio di tre reti dopo il primo tempo, ma a inizio ripresa sono stati clamorosamente rimontati e poi ai calci di rigore sono stati sconfitti a causa degli errori di Serginho, Andrea Pirlo e Andriy Shevchenko.

Fu una beffa incredibile, uno shock difficile da superare sia per il gruppo che per i tifosi. Ancelotti, intervistato da Goal.com, ha ricordato così quella terribile serata: “Ci sono state un po’ di congetture su quella finale. E’ vero che eravamo contenti perché avevamo giocato bene nel primo tempo, ma eravamo anche concentrati sulla ripresa. Non festeggiammo negli spogliatoi durante l’intervallo, come invece tante persone hanno affermato. Parlai con i giocatori per 3-4 minuti e dissi loro di rimanere concentrati per far sì che giocassero il secondo tempo come il primo“.

Qualcuno ha parlato di festeggiamenti nello spogliatoio del Milan al termine dei primi 45 minuti, ma Carletto smentisce e prosegue così nei suoi ricordi su quella partita: “L’ho rivista, ma solo il secondo tempo, perché nel secondo ho rotto il televisore. Ci furono solo sei minuti in cui non giocammo bene e per me fu impossibile cambiare qualcosa. Molti hanno detto che avrei potuto cambiare qualcosa, ma non fu possibile. Quando subimmo il primo gol pensai ‘Cosa sta succedendo?’, ma non ebbi tempo di fare nulla perché poi segnarono il secondo e il terzo. Quando ci siamo ripresi, ho apportato alcuni cambiamenti in vista del finale di gara facendo delle sostituzioni per avere gente più fresca, ma fu impossibile fare modifiche in quei sei minuti”.

Ancelotti continua a parlare di quella maledetta partita di Champions League ammettendo che sentiva che ai rigori sarebbe andata male: “Ho giocato tante finali e quella fu la migliore che abbia mai giocato. Non quella di Manchester o di Atene. La squadra giocò bene sia nel primo tempo che nel secondo e nei supplementari. Abbiamo avuto diverse occasioni per vincere prima dei rigori. Quando arrivammo ai rigori, però, era impossibile vincere. I giocatori non erano più lucidi, continuavano a pensare come fosse stato possibile andare ai penalty dopo aver giocato così bene. Non avevamo più la testa giusta per calciarli e per questo perdemmo“.

Il futuro allenatore del Bayern Monaco, allora sulla panchina del Milan, conclude così: “Avevamo ottimi rigoristi, ma in situazioni come quella non bisogna pensare tanto alla tecnica ma solo all’aspetto psicologico. Quando vidi le facce dei miei giocatori non erano concentrati, erano nervosi. Non ci si può allenare per la lotteria dei rigori, perché non si può ricreare l’atmosfera di quei momenti. Se sei tranquillo e sicuro puoi segnare, altrimenti no“.

 

Redazione MilanLive.it

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