Curva Sud Milan, faide e pestaggi per soldi. Torna la Fossa?

Curva sud Milan
Curva sud Milan (©Getty Images)

Il Corriere della Sera oggi racconta la situazione esistente all’interno della Curva Sud del Milan, qualcosa che poco ha a che fare con lo sport e molto con i soldi e il potere.

Il quotidiano spiega che c’è in ballo il controllo dello spaccio e del business del merchandising. I metodi utilizzati sono ricatti, minacce e anche pestaggi. Vengono fatti anche i nomi di alcuni protagonisti di queste vicende i fratelli Francesco e Luca Lucci, attuale capo della Sud, Giancarlo Sandokan Lombardi, Marietto Diana e il Barone Giancarlo Capelli. I leader della Curva Sud Milano, il gruppo di tifo organizzato rossonero che ha preso il sopravvento da anni.

Non si tratta comunque di una storia recente e il Corriere della Sera infatti parte da dieci anni fa per esporre la situazione.

Nel 2006 alcuni ultras fecero un tentativo di estorsione nei confronti del Milan per poter mettere le mani sul business dei biglietti. Viene arrestato il capo del gruppo «Guerrieri ultras» Sandokan Lombardi, condannato a 3 anni e 8 mesi. Con lui è coinvolto pure anche il Barone, Giancarlo Capelli, storico leader della curva milanista, che uscirà poi pulito dall’inchiesta. Nel frattempo finisce in un’inchiesta per riciclaggio con il clan mafioso dei Fidanzati.

Emerge che all’interno della Curva Sud Milano confluiscono interessi di stampo criminale. Luca Lucci viene indagato nel 2009 per un’aggressione a un tifoso dell’Inter, che nel pestaggio perderà un occhio e morirà suicida tre anni dopo. Ma viene anche sfiorato da un’altra indagine: nel 2006 ha prestato la sua auto allo ndranghetista Luigi Cicalese, killer dell’avvocatessa Maria Spinella. A far da tramite Daniele Cataldo, altro ultras arrestato a Sesto un anno fa con un carico di armi.

La Curva Sud Milano è riuscita a conquistare completamente il secondo anello blu di San Siro, visto lo scioglimento di storici gruppi come la Fossa dei Leoni e le Brigate Rossonere, però non sembra bastarle. Al primo anello resistono ancora i Commandos e dunque scoppia una faida con loro. Durante Milan-Juventus del 9 aprile scorso alcuni ultrà scendono dalla Sud per affrontare i colleghi a causa di una coreografia. Qualche urla e poi tutto si spegne. Ma il 17 aprile a Genova in occasione della sfida contro la Sampdoria alcuni membri dei Commandos vengono pestati a sangue da «Picchiatori esperti in arti marziali arrivati dalla Curva Sud», secondo la polizia.

Rischia quindi di scoppiare una faida pesante, anche essa poi non avviene. Alcuni appartenenti ai Commandos, comunque legati a una famiglia di sardi coinvolti in un’inchiesta antidroga, sono accusati di aver testimoniato sul caso dell’estorsione del 2006. Un fatto imperdonabile in quegli ambienti.

Il 25 aprile esce un misterioso comunicato in cui gli stessi Commandos annunciano il proprio scioglimento dopo 49 anni di attività, però nel giro di poche ore viene smentito. Di fatto il 15 maggio in occasione di Milan-Roma nel secondo anello, solitamente da loro occupato, viene invece visto Giancarlo Capelli (‘Il Barone’). Un segnale che la Curva Sud Milano si è impossessata anche di quel settore. A far gola, oltre al bacino di pubblico (20 mila posti in totale) è il business del merchandising.

Il Corriere della Sera infine scrive: «Lucci e soci sono da sempre vicini a Barbara Berlusconi e in questa stagione hanno contestato duramente Adriano Galliani. La vulgata racconta anche di un incontro tra Lucci e il presidente Silvio Berlusconi per chiedere la cacciata dell’ad. Ma i risultati della squadra non contano. Anzi, i vertici della Sud starebbero progettando un grande rientro: quello della Fossa dei Leoni, storico gruppo sciolto nel 2005, e quello delle Brigate rossonere. L’obiettivo è di attirare nuovo pubblico facendo leva sulla nostalgia. E più pubblico serve anche a far da schermo allo spaccio di droga gestito dagli «elementi criminali».

 

Redazione MilanLive.it

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