Forchielli: “Cordata cinese inesistente. Lo Stato non c’entra”

Alberto Forchielli
Alberto Forchielli (Foto Facebook)

MILAN NEWS – Se c’è una persona che ha sempre messo in dubbio l’operazione riguardante la cessione del Milan, quella è Alberto Forchielli. Più volte nel recente passato il presidente di Osservatorio Asia e fondatore di Mandarin Capital Partners ha espresso perplessità.

Il quotidiano Milano Finanza lo ha interpellato e lui è rimasto della stessa opinione. Queste le sue parole: «Nutro tre linee di perplessità e dubbi sull’acquisizione cinese del Milan: non è detto che il gruppo interessato riesca a raccogliere i soldi necessari; qualora ci riuscisse non è detto che abbia le risorse necessarie per una gestione del club a lungo termine; né sono certo che più imprenditori cinesi riescano a gestire una squadra di calcio che richiede un patron al vertice».

Per quanto riguarda le persone presenti nel consorzio cinese è molto netto nel giudizio. Forchielli, infatti, afferma: «In alcuni casi, come per il Manchester City o l’Inter, i cinesi si sono presentati con nomi istituzionali, personaggi riconoscibili e offerte fatte con tutti i crismi. Nel caso del club rossonero, si tratta di imprenditori quasi sconosciuti che hanno detto di far parte di una cordata che ancora però non esiste. A dire il vero non si può neppure parlare di una cordata, è più una colletta di soggetti che voglio farsi un nome».

E il presidente di Osservatore Asia mette dubbi anche sulla partecipazione dello Stato cinese all’operazione: «Quando Pechino si muove lo fa con strutture chiare, ha il suo fondo d’investimento, la sua organizzazione, all’occorrenza possono intervenire le ambasciate. In questo caso può trattarsi di un’amministrazione locale, ma è una cosa ben diversa. Il governo centrale ha altro cui pensare e non ha l’intenzione politica di farlo. Sarebbe difficile spiegare alla popolazione perché investe in calciatori miliardari e non nel sociale e nell’economia».

Forchielli, dunque, conferma tutte le perplessità già evidenziate sull’affare Milan. A suo avviso gli investitori cinesi sono di basso profilo e il Governo di Pechino non c’entra niente. E poi non è certo né che i soldi per chiudere l’operazione vengano trovati e neppure che gli acquirenti riescano poi a gestire il club. Tanti punti interrogativi che saranno in parte risolti entro metà novembre, quando dovrebbe avvenire il closing.

 

Redazione MilanLive.it

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