WSJ – Cina, acquisizioni in Europa crollate: Milan coinvolto

Bandiera Cina
(©Getty Images)

MILAN NEWS – Sono in molti a domandarsi perché siano sorti così tanti problemi nell’operazione che avrebbe dovuto portare il Milan a diventare di proprietà cinese. Una spiegazione ufficiale non c’è, visto che né Fininvest e neppure Sino-Europe Sports si sono pronunciate ufficialmente in questi giorni.

Il Wall Street Journal una risposta alle domande che vengono fatte l’ha data. Il noto quotidiano di finanza ha spiegato che dall’inizio dell’anno 2017 le acquisizioni cinesi in Europa sono diminuite del 90% e che ci sono alcune operazioni in stallo a causa dei più severi controlli sui capitali da parte di Pechino, dell’incertezza politica e di problemi di sicurezza.

A novembre la Cina ha chiuso i rubinetti alla spesa di yuan, la moneta locate, fuori dai propri confini. Ciò per sostenere l’economia nazionale, dopo la fuga di molti capitali cinesi in precedenza. Questa mossa ha stabilizzato il valore del yuan, però ha lasciato diverse offerte nel limbo visto che alcuni acquirenti si sono ritrovati senza soldi da poter far uscire dalla Cina. Dunque hanno subito una brusca frenata gli investimenti cinesi sia in Europa che negli Stati Uniti.

Il WSJ cita anche il caso del Milan. Il noto quotidiano spiega che ad agosto un consorzio (ovvero Sino-Europe Sports, ndr) guidato da Haixia Capital ha accettato di pagare 823 milioni di dollari per l’acquisizione del club rossonero di proprietà di Silvio Berlusconi. A dicembre, però, Haixia ha dovuto comunicare a Fininvest che avrebbe dovuto rimandare la chiusura dell’affare a causa dei controlli governativi sui capitali. Il gruppo cinese ha fatto sapere di essere in grado di trasferire tutti i soldi entro metà aprile, però la holding di via Paleocapa non sa come sarà effettuato il pagamento vista la stretta di Pechino sugli investimenti esteri. Il piano sarebbe quello di pagare tramite un fondo offshore.

Il ricorso a capitali offshore era il piano B di Yonghong Li, ma ci sono stati problemi anche in questo caso. Ufficialmente non si sa cosa sia successo. Però, da quanto trapelato, SES non dispone ancora di tutto il denaro necessario e pertanto il 3 marzo è saltato il closing. Adesso ci sarebbe una terza caparra da 100 milioni da versare per prorogare il closing al 7 marzo, ma i soldi non sono ancora arrivati a Fininvest e forse arriveranno all’inizio della prossima settimana. C’è chi parla di problemi burocratici e chi invece rivela che si tratta di una mossa di Yonghong Li, il quale prima di mettere questi soldi vuole essere sicuro di avere anche quelli per poter chiudere l’operazione ad aprile.

 

Matteo Bellan (segui @TeoBellan su Twitter)

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