Moggi: “Galliani mi ha fregato. Berlusconi? Incasinato con Barbara”

Luciano Moggi
Luciano Moggi (©Getty Images)

MILAN NEWSLuciano Moggi è stato un dirigente protagonista con la Juventus negli anni ’90 e nei primi anni 2000. Tante vittorie, anche se su alcune si sono abbattuti dei dubbi, tra questioni inerenti il doping e altre su favori arbitrali ottenuti. Lo scandalo Calciopoli del 2006 a portato alla luce una serie di azioni che l’allora dirigenza commetteva e che sono state condannate.

L’ex direttore generale della Juventus è stato radiato, ma continua a dichiarare di essere innocente e che c’è stato praticamente un complotto nei suoi confronti e del club torinese. In un’intervista concessa a Libero ha dichiarato quanto segue a tal proposito: «Io non avevo fatto nulla, come dimostra il fatto che anche oggi gli arbitri continuano a sbagliare a vantaggio dei più forti. L’unica differenza è che ora spaccano gli spogliatoi e ai miei tempi no».

Moggi va anche più a fondo nel parlare di arbitri, ricordando alcuni favori fatti invece agli storici rivali del Milan che ai tempi gli contendevano lo Scudetto: «L’inchiesta di Calciopoli non ha accertato frodi neppure su una sola partita della Juve. Sono stati assolti tutti gli arbitri eccetto De Santis e Racalbuto. Il primo nel 2005/2006 ci ha fatto perdere tre partite su cinque negandoci due rigori. Ricordo una telefonata di Meani, addetto agli arbitri del Milan, a De Sanctis prima di una partita per chiedergli di non ammonire Nesta e Seedorf per non fargli saltare la sfida con la Juve, la domenica successiva. Il giorno dopo fu De Santis a telefonare al Milan
per farsi fare i complimenti e gli risposero “sei un fratello”. Quanto a Racalbuto, quell’anno non ci ha mai arbitrato. In compenso la Gazzetta, dopo una sua performance a Reggio Calabria titolò: “Il Milan vince con l’aiuto dell’arbitro”. Devo continuare?».

A proposito del Milan, l’ex dirigente juventino spiega che in realtà con il club rossonero non c’era l’amicizia che sembrava esserci all’apparenza: «Giraudo pensava che Galliani fosse un amico, io non ci sono mai cascato. Ha tirato a fregarmi perfino quando morì Papa Wojtyla. Mi chiamò il ministro dell’Interno Pisanu per dirmi: “Slittiamo di un giorno il campionato”. Poi ho scoperto che Galliani aveva brigato per slittare di una settimana per recuperare Kakà infortunato in tempo per la gara di Siena. Per non parlare di quando Adriano era capo della Lega. La Juve giocava in Champions il mercoledì e lui ci metteva in campionato il sabato. Il Milan giocava il martedì in Europa ma in Italia solo la domenica».

A Moggi è stato domandato anche di Gianluigi Donnarumma, 18enne portiere del Milan che in molti considerando l’erede naturale di Gianluigi Buffon: «Donnarumma somiglia molto a Buffon, che ho portato io alla Juve quando era poco più che un ragazzino, e diventerà un grandissimo portiere. Però è giovane, salva le partite ma può anche fartele perdere prendendo un gol per inesperienza. A Buffon questo non capita».

L’ex direttore generale della Juventus ha speso parole positive per Silvio Berlusconi, riconoscendo però che il patron rossonero ha un grosso difetto riconosciuto da tutti: «Berlusconi è stato il più grande presidente della storia del calcio italiano. Ma aveva un difetto, interferiva con gli allenatori, parlava troppo e spesso li metteva alla berlina. È capitato pure ad Allegri e Ancelotti».

Sempre a proposito di Milan, si parla del fatto che Berlusconi stia vendendo la società ai cinesi e anche dei problemi interni a livello dirigenziale. Moggi infatti dice: «Pare sia riuscito finalmente a vendere, anche se avrebbe dovuto mollare anni fa, quando i figli maggiori hanno iniziato a fargli pressioni in tale senso e si è accorto che non poteva far più nulla per la società e che il Milan non gli dava più ritorno in politica. Invece si è incasinato con la figlia Barbara, è andato in confusione. Cuore di padre? Era anche un modo per far fuori Galliani, ma non l’ha portato fino in fondo. Da qui, il disastro».

 

Redazione MilanLive.it

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