MILAN NEWS – Gianluca Lapadula è stato il primo investimento estivo del club rossonero nel 2016. Arrivato dal Pescara per 9 milioni di euro dopo un campionato di Serie B da assoluto protagonista, al Milan ha un po’ faticato inizialmente e poi ha trovato posto con regolarità per un po’ di tempo. Ma nel 2017 lo spazio si è ristretto e lui cerca di riguadagnare fiducia.
Il portale RedBull.com è andato ad intervistarlo per ripercorrere un po’ alcune tappe della sua carriera. Lui è uno che ha davvero fatto la gavetta, giocando in tante squadre e approdando solo in questa stagione in Serie A a 26 anni. Ha raccontato alcuni aneddoti interessanti ed è partito da delle considerazioni importanti: «Negli anni ho visto tanti compagni cambiare strada perché non riuscivano a pagarsi un affitto fuori casa o non arrivavano a fine mese. Io sono sempre stato positivo, il mio cuore ci ha sempre creduto anche quando ero rimasto l’unico. Forse era giusto passare tutto quello che ho passato per capire cosa significa arrivare in alto».
Lapadula è uno che non ha mai mollato nella sua carriera, neppure nei momenti più difficili. E in campo per l’impegno e la foga che ci mette si vede qual è il suo spirito. Lui però ci tiene a fare una precisazione: «Non è che entro in campo e rincorro tutti solo ora perché sono al Milan. Lo facevo nella Serie A slovena al Nova Gorica, lo facevo a San Marino in C1, lo facevo a Teramo, a Pescara».
Gianluca nella stagione 2014/15 fu protagonista con il Teramo della promozione dalla Lega Pro alla Serie B, poi revocata per via delle combine con il Savoia. Avrebbe dovuto tornare a Parma, detentore del suo cartellino, ma il club gialloblu è fallito nel frattempo. Da svincolato si accasa al Pescara e da lì, dopo 11 squadre, 4 fallimenti, 2 promozioni e 4 categorie, arriva il successo: «Ho avuto momenti in cui mi sono detto: “Ma chi me lo fa fare?”. Mi ricordo una sequenza incredibile: arrivo agli Allievi nazionali del Treviso e il Treviso fallisce. Vado in C2 a Vercelli e l’anno dopo fallisce, poi vado all’Ivrea e fallisce, poi all’Atletico Roma in C1 che fallisce, l’anno dopo vado a Ravenna e fallisce anche il Ravenna. In un anno ho dovuto superare due fallimenti».
Adesso è al Milan, che qualche vicenda societaria intricata la sta vivendo in questi mesi, ma nulla di paragonabile a quanto ha vissuto in altre realtà. Nel caso rossonero non si è mai parlato di fallimento o cose del genere. Infatti il giocatore è tranquillo a Milanello: «Io qui ho sempre il sorriso perché non mi manca niente: non devo più preoccuparmi dello stipendio o delle cure. Do più valore a tutto dopo che ho visto le mancanze che ci sono da altre parti».
Redazione MilanLive.it