Scanzi: “Sconfitta di Montella. Zapata non deve giocare mai”

Vincenzo Montella
Vincenzo Montella (©Getty Images)

NEWS MILAN – Dopo la sconfitta di Genova contro la Sampdoria, sono molte le critiche che si stanno abbattendo su Vincenzo Montella. L’allenatore rossonero è nel mirino per diversi errori che gli vengono imputati.

Andrea Scanzi, noto giornalista de Il Fatto Quotidiano e tifoso milanista, nella sua rubrica ‘Ten Talking Points’ ha analizzato la sconfitta del Milan a Marassi. Queste le sue prime parole: “Chi esce maggiormente sconfitto è Montella. Punta su Abate, che non sa neanche protestare (ha chiesto un rigore dopo una caduta innocua di Suso). Toglie Suso quando, soprattutto nella ripresa, pareva l’unico a creare qualcosa là davanti. Schiera Zapata, che per contratto deve fare una cazzata ciclopica a partita. Non toglie un Kessie terrificante”.

Scanzi poi spiega di non condividere il passaggio allo schieramento 3-5-2 per assecondare Leonardo Bonucci e si scaglia contro la scelta di schierare Cristian Zapata: “Soprattutto: cambia modulo per compiacere Bonucci, col risultato di smarrire Suso (straripante nelle prime due giornate), ammazzare Bonaventura e non migliorare una difesa dove Romagnoli balbetta, Zapata non deve giocare mai (m-a-i) e lo stesso Bonucci latita: tremebondo liscio di testa sul primo gol, almeno tre amnesie a partita e una costante sensazione di provvisorietà. Il 3-5-2, senza Conti, non ha senso. Se proprio Bonucci impone la difesa a tre, perché non provare il 3-4-3?”.

Il noto giornalista è abbastanza pessimista sul futuro del Milan, che esce veramente male dalla sconfitta di Genova e possono esserci dei contraccolpi negativi in vista delle prossime partite: “Un Milan così, se non cresce, nel trittico Samp-Roma-Inter non farà un punto. E sempre se non cresce, non solo non arriverà mai quarto, ma faticherà a stare davanti a Lazio, Samp, Torino (eccetera) per la Europa League. Dopo il derby, se l’involuzione non verrà interrotta, si comincerà a parlare di esonero di Montella”.

 

Matteo Bellan (segui @TeoBellan su Twitter)

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