Ieri, 13 aprile 2018, c’è stato il primo anniversario della proprietà cinese al Milan. Una ricorrenza che, ovviamente, non poteva passare inosservata visto il cambio epocale avvenuto nel club rossonero dopo 31 anni di era Berlusconi.
Dalla primavera scorsa c’è un presidente nuovo, Yonghong Li, e una dirigenza completamente rinnovata. Anche la squadra è profondamente cambiata e c’è Gennaro Gattuso in panchina. Una svolta a 360°. Di questo e di altro abbiamo parlato con Xavier Jacobelli, storica firma del giornalismo sportivo italiano ed editorialista del Corriere dello Sport. Lo ringraziamo per l’intervista concessa a MilanLive.it.
MilanLive.it intervista Xavier Jacobelli
Qual è il suo giudizio sulla proprietà cinese targata Yonghong Li a un anno dall’insediamento al Milan?
“Mi sono fatto un’opinione molto positiva sulla nuova gestione del Milan. Intanto ha mantenuto fede a tutti gli impegni, nonostante la sistematica ondata di perplessità e illazioni. Le persone si misurano dalle azioni e i fatti dicono che Yonghong Li e il suo gruppo hanno speso 740 milioni per il Milan, di cui 220 per ripianare i debiti della gestione Berlusconi. La nuova gestione è partita con questa zavorra, non va scordato. In secondo luogo sono stati scelti gli uomini giusti. Fassone è un signor manager, Mirabelli è un signor direttore sportivo. Con la campagna acquisti estiva hanno compiuto scelte oculate, anche se all’inizio c’erano state perplessità. E’ vero che Silva e Kalinic hanno reso meno delle aspettative, ma il rinnovo di Donnarumma è stata mossa sagace. Che altri giovani come Calabria e Cutrone, provenienti dal vivaio, si stiano affermando in Prima Squadra la dice lunga sul cambiamento di rotta. L’obiettivo fissato, cioè il ritorno in Champions, è difficile ma il Milan non ha perso la speranza. Comunque la squadra è qualificata alla finale di Coppa Italia, vedremo come andrà. Sul fronte societario ci sono i soldi da restituire entro ottobre a Elliott, ma nella peggiore delle ipotesi ci sarà qualcuno pronto a subentrare. Il Milan resta uno dei club più blasonati, con Fassone sta risistemando i conti, il parco giocatori è stato rivalutato con Gattuso. Ci sono le basi per risanare i conti e tornare protagonisti. Il bilancio di questo primo anno di proprietà cinese è positivo”.
Nonostante gli impegni finora mantenuti, continuano ad esserci dubbi e inchieste giornalistiche sul conto di Yonghong Li. Come si spiega questa situazione?
“Le inchieste giornalistiche devono essere supportate da riscontri oggettivi e fatti. Non mi pare che il Milan sia fallito o non ci siano stati gli aumenti di capitale promessi. Da cronista seguo i fatti, come i viaggi di Fassone a Londra dato che probabilmente ha allacciato contatti con gruppi finanziari per chiudere la partita con Elliott prima di ottobre. Vedremo poi se ci riuscirà. Penso alle parole di Gattuso, che due mesi ha rivelato che André Silva è stato pagato con due mesi di anticipo. Gli stipendi vengono pagati, la gestione societaria funziona. Poi è ovvio che serva il grande risultato sportivo, ma non dimentichiamo che situazione ereditò Gattuso”.
Per quanto riguarda Fassone e Mirabelli, a suo avviso quali sono state le novità più positive che hanno portato al Milan in discontinuità con il passato?
“Il dialogo con i tifosi costante, la trasparenza, la spiegazione delle varie mosse e della situazione. Se c’è una cosa che non potrà mai essere imputata a Fassone è di non aver mai detto come stessero le cose. Questo modo di gestire le cose è il migliore anche per rispondere agli interrogativi dei tifosi, che hanno diritto di sapere la situazione e verso quali obiettivi il Milan intenda muoversi. Inoltre bisogna rilevare che c’è stata una media di 52.438 presenze nelle gare interne e ciò testimonia il consenso che la società ha riscosso nei tifosi. C’è stato un ritorno di passione, dopo il disamore degli anni passati, e ciò andrà alimentato dai risultati ovviamente. Infine c’è Gattuso, che è un totem per il Milan e la società ha fatto bene a puntare su di lui. C’era bisogno di un punto di riferimento, un esempio che ha costruito la storia del club”.
Quali sono i meriti maggiori di Gattuso nel rilancio della squadra?
“Ha fatto scelte giuste. Montella ha cambiato ripetutamente formazioni e non è stato confortato dai risultati. Gattuso ha scelto un assetto base, è tornato alla difesa a quattro, ha puntato su Cutrone per aspettare Silva e Kalinic. Abbiamo visto anche la crescita di Romagnoli, di Suso, di un Calhanoglu recuperato. Una grande squadra non si costruisce dall’oggi al domani, Gattuso ha intrapreso la giusta strada”.
Tenendo conto delle prossime sanzioni UEFA e di una possibile non qualificazione Champions, che mercato dobbiamo attenderci dal Milan?
“Non penso ci sia bisogno di fare rivoluzioni come nell’estate scorsa. L’ossatura base della squadra c’è, vedremo se con le cessioni di Kalinic e Bacca si potrà andare a prendere il famoso attaccante da 20-25 gol. Tutto è legato al piazzamento finale in campionato e anche alla finale di Coppa Italia, che sarebbe il primo trofeo della gestione cinese. Cessioni eccellenti? Il mercato insegna che tutto può accadere. La strategia verrà disegnata dal 20 maggio in poi. Lo scenario cambia in base alla qualificazione Champions. Comunque l’operazione Reina è stata lungimirante. Se in estate dovesse presentarsi un club disposto a offrire il denaro richiesto dal Milan, che valuta Donnarumma 60-70 milioni, c’è l’alternativa già pronta”.
A proposito di calciomercato, quali giocatori della prima campagna acquisti di Mirabelli le sono piaciuti di più?
“A me piace moltissimo Calhanoglu, che può crescere ancora molto considerando la sua giovane età. Mi sta piacendo tanto Bonucci, che alle spalle si è lasciato un addio delicato e resta uno dei migliori centrali al mondo. Non è un nuovo acquisto, però mi è piaciuto soprattutto Cutrone. Il Milan ha creduto in lui, che ha solo 20 anni è può migliorare molto ancora”.
Cosa manca al Milan per tornare al top?
“Penso che un attaccante da 20-25 gol, che consenta anche a Cutrone di crescere, e un grande centrocampista possano essere i due possibili colpi del mercato estivo”.
Domani il Milan riceve il Napoli a San Siro senza Bonucci e Romagnoli. Che match attendersi? Può essere decisivo per la stagione rossonera in chiave Champions?
“Partita fondamentale per entrambe le squadre. Un pareggio non serve. Il Milan deve puntare a vincere, considerando sia che c’è il derby romano e sia le squadre immediatamente dietro. Anche se mancano Romagnoli e Bonucci non si possono fare recriminazioni su ciò che poteva essere e non è stato. Musacchio e Zapata avranno l’occasione di dimostrare di essere da Milan. Attaccante titolare? Cutrone tutta la vita, sul campo ha dimostrato di meritare la maglia”.
Chiudiamo chiedendole quale opinione abbia sulle dure dichiarazioni rilasciate da Chiellini e Buffon dopo Real Madrid-Juventus.
“Chiellini poteva risparmiarsi sia il gesto che le dichiarazioni. Ho più comprensione per Buffon. L’espulsione è stata data da un arbitro non all’altezza della situazione. Il rigore era dubbio, si poteva andare ai supplementari ma l’arbitro ha voluto fare il protagonista. Umanamente capisco lo sfogo di Buffon”.
Matteo Bellan