NEWS MILAN – Arrigo Sacchi è l’allenatore del primo grande Milan dell’era Berlusconi. La sua squadra ha fatto la storia del calcio e non a caso è giudicata tra le migliori di sempre.
L’ex tecnico rossonero e commissario tecnico della Nazionale (vice-campione del mondo 1994) nel suo approfondimento su La Gazzetta dello Sport ha promosso il nuovo corso del Milan. Quello targato Elliott, con Leonardo e Paolo Maldini perni del progetto della proprietà americana. Un progetto che ovviamente deve poi dimostrare in campo di essere valido. Lì dove è Gennaro Gattuso ad avere in mano la squadra.
Gazzetta – Arrigo Sacchi elogia il nuovo Milan
«Sono felice, sono convinto che il Milan disputerà un grande campionato. Mi piace come si muove la proprietà, mi piacciono gli ingaggi di Leonardo e Maldini: non soltanto sono ex rossoneri, ma sono anche persone intelligenti, competenti e con carisma. Così come sono convinto che Caldara farà bene e che Higuain sarà quel campione decisivo che abbiamo già ammirato al Napoli e alla Juventus. Ho sempre pensato che per avere successo sia fondamentale il club con la propria storia, il proprio stile, la competenza, le visioni tali da permettere riferimenti e certezze alla squadra. Una società autorevole genera senso di appartenenza e di orgoglio in tutti i giocatori. Un club senza leadership è destinato al fallimento.
Le grandi imprese richiedono grandi squadre e grandi idee. In tale contesto tutti saranno nelle condizioni ideali per dare il meglio, ritrovando fiducia nel futuro. L’autostima crescerà, così come le certezze e la collaborazione. Tutti saranno più ottimisti avvicinandosi alle innovazioni. I ragazzi dell’anno scorso diventeranno uomini e i limiti spariranno per lasciare spazio a una crescita che richiederà da parte loro professionalità, generosità e un gioco che il bravo Gattuso dovrà perfezionare. Potrebbero esserci ancora dei rinforzi, ma il più grande acquisto sarà un’organizzazione di gioco che, unitamente alla volontà dei giocatori, potrebbe permettere a questo gruppo di ripetere quanto accadde in passato.
Nel campionato 1987-88 i rossoneri passarono da quinti nel campionato precedente a campioni d’Italia. Può essere un sogno: «La capacità di realizzare un sogno rende la vita interessante» diceva Paulo Coelho. Il club, la storia e i tifosi aiuteranno i rossoneri, ma devono crederci, tramutando il sogno di Rino e dei dirigenti in una sfida collettiva. Il Milan dell’anno scorso aveva tanti giovani interessanti che hanno pagato l’inesperienza e il fatto che la società non dava punti fermi. Per Donnarumma, Calabria, Locatelli, Cutrone, Romagnoli, Kessie, Andrè Silva potrebbe essere l’anno della definitiva consacrazione. Così come per Calhanoglu, Musacchio e Rodriguez, arrivati da campionati stranieri. Ringhio ha dato a questo gruppo l’orgoglio, un obiettivo comune e la generosità: ha compiuto un buon lavoro tecnico-tattico, ma ora è atteso da una definizione ancora maggiore nell’organizzazione del gioco. Anche per lui l’esperienza dell’anno scorso sarà utile per un ulteriore miglioramento. In bocca al lupo a tutti e buon lavoro».
Redazione MilanLive.it