Kessie, lo scopritore: “Mi piaceva anche da difensore. Migliorerà ancora”

Franck Kessié Toloi
Franck Kessié e Toloi (©Getty Images)

MILAN NEWSFrank Kessié, uno dei punti cardine del Milan di Gennaro Gattuso. Prezioso, inesauribile e insostituibile. E lo si è visto anche giovedì sera in Europa League, dove un deludente Tiémoué Bakayoko ha lasciato voragini e confermato quanto sia essenziale l’ivoriano in mediana per l’equilibrio rossonero.

Eppure, per l’ex Atalanta parliamo di un difensore mancato. Agli albori della carriera, infatti, era nei pressi dell’aria di rigore il suo vero raggio di azione. Lo racconta Mario Faccenda, talent scout che lo portò in Italia, a La Gazzetta dello Sport oggi in edicola. Dopo esserne colpito al torneo di Tolone, l’osservatore vola in Africa a caccia di conferme: “Franck mi colpì per il fisico imponente, rispetto agli altri sembrava un colosso, pur senza essere molto alto. Ai campionati africani Under 20, in Senegal, lo facevano giocare da centrale in una difesa a tre. Aveva già un passo e un piglio nettamente diversi rispetto ai compagni e agli avversari, ma a impressionarmi furono i margini di miglioramento che mostrava”. 

Da lì, man mano, un passo in avanti nella zona del campo e un’evoluzione tattica non indifferente: “Nel calcio di oggi, un ragazzo con quelle caratteristiche e quella potenza atletica è perfetto per aggiungere muscoli a centrocampo. Aveva una grande facilità di corsa, me ne accorsi già quel giorno a Dakar, il ruolo da difensore centrale non la valorizzava a sufficienza”. 

Ora Faccenda non pone limiti per la carriera del giocatore, ma a una condizione: “Dipende solo da lui. Se non si monterà la testa, come capita a volte in questo genere di storie, secondo me può migliorare ancora parecchio”. 

Acquistato dal club bergamasco, l’allora 19enne passerà in prestito al Cesena dove sarà in particolare Massimo Drago a piazzarlo davanti alla difesa. Dopo, una volta rientrato alla base, toccherà a Gian Piero Gasperini plasmare definitivamente un diamante grezzo. Poi il trasferimento in rossonero, lì dove si conferma in breve tempo una pedina inamovibile. Un tuttofare: il primo ad alzare il pressing alto, il muro contro cui sbattono le difese avversarie e un centometrista a tutto campo dedito alla conclusione. E la sensazione, in effetti, è che i margini di miglioramenti siano ancora ampi.

 

Redazione MilanLive.it.

Impostazioni privacy