Paquetá, ora l’exploit da mezzala: Giampaolo non fa dietrofront

Lucas Paquetá, dimensione ancora da trovare. Otto mesi dopo l’approdo al Milan, il brasiliano ora è chiamato all’exploit definitivo. Ecco come può riuscirci 

Lucas Paquetà
Lucas Paquetà (©Getty Images)

Lucas Paquetá, otto mesi in Italia e una dimensione ancora da trovare. Perché come evidenzia il Corriere dello Sport oggi in edicola, nonostante il tempo trascorso e delle qualità assolutamente non in discussione, il brasiliano resta comunque un oggetto sconosciuto.

Il vero problema – secondo il quotidiano – è il ruolo, perché la collocazione tattica attuale non sembra valorizzarlo al meglio. L’arrivo di Marco Giampaolo sembrava potesse risolvere tale enigma, in quanto abituato al trequartista, ma non è stato così. Il tecnico abruzzese, piuttosto, è ripartito dalla base gattusiana, piazzando invece Suso alle spalle dei due attaccanti.

Paquetá, mezzala o trequartista?

Ma per tecnico non è la zona di competenza il problema, piuttosto quel processo di europeizzazione fondamentale per la crescita del talento carioca: “In questa posizione può diventare un grandissimo. Deve imparare a essere meno brasiliano alcune volte, più concreto e meno giocherellone”. 

Perché Paquetá non può fare il trequartista? Il tecnico lo ha spiegato nel post partita di San Siro: “Negli ultimi 10 miuti, in alcuni casi, lo può fare. Ma in quel ruolo a me piace un elemento che abbia più caratteristiche da attaccante”. Ed ecco che la scelta è ricaduta sullo spagnolo ex Liverpool.

Così, nonostante la linea mediana appaia limitato e troppo lontano dalla porta, al 21enne verdeoro non resta che impegnarsi al massimo per provare a diventare la grande mezzala che su cui il tecnico è pronto a scommettere.

Il problema – conclude il CorSport – è che in quel ruolo la concorrenza è forte, considerando la presenza di Hakan Calhanoglu e anche quella di Giacomo Bonaventura che presto tornerà al 100%.

Il percorso, quindi, si annuncia in salita. E nemmeno la Seleção lo ha aiutato: la Coppa America poteva essere infatti una grande vetrina per lui, ma Paquetá si è dovuto accontentare delle briciole con un impiego di appena cinque minuti. Ora serve lo sprint decisivo per staccarsi e spiccare il volo: qualità e sostanza ci sono, manca soltanto la combinazione giusta.

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