Giampaolo: “A Torino errori nei dettagli. Musacchio incolpevole, Donnarumma freddo”

La conferenza stampa di Marco Giampaolo alla vigilia di Milan-Fiorentina. Il mister rossonero vuole una reazione dalla squadra dopo le ultime sconfitte.

marco giampaolo in conferenza stampa
Marco Giampaolo (foto ACMilan.com)

Alla vigilia di Milan-Fiorentina già ci si attende una scossa da parte della squadra rossonera. Il Diavolo è infatti reduce da due dolorose sconfitte consecutive in campionato.

Prima di addentrarci a tutti gli effetti verso la sesta giornata di Serie A, sarà interessante ascoltare le parole del tecnico Marco Giampaolo. Alle ore 14 di oggi va in scena la conferenza stampa dell’allenatore rossonero, che dovrà spiegare i motivi del flop iniziale e rispondere alle curiosità dei cronisti presenti.

Verso Milan-Fiorentina: la conferenza stampa di Giampaolo a Milanello

Noi di MilanLive.it riportiamo live tutte le dichiarazioni di mister Giampaolo sui vari temi alla vigilia di Milan-Fiorentina.

Partiamo dalle parole di Donnarumma, che elogia Giampaolo: “Ha un recepito di un certo tipo, se si espone è perché le sente e ci crede”.

Sulla gara persa a Torino: “Abbiamo avuto il torto di non chiudere la partita, non ammazzarla. Era quella la strada per vincere. Abbiamo perso le coordinate, non siamo riusciti a fare filtro e mettere la difesa nella maniera giusta di lavorare. I dettagli hanno spostato la partita. Mi sono divertito per buona parte della gara, la squadra ha giocato con certezze, la gestione di alcuni momenti non è stata ottimale. Il giudizio sulla partita dipenda dal risultato”.

Sulla quadra da trovare in campo: “Mi preoccupo come nel complesso la squadra riesce a recitare la parte. L’obiettivo è di giocare a calcio e fare la partita, gestire i tempi. Avere una percentuale di possesso palla superiore agli avversari, indirizza la partita. Per buona parte della gara l’ho visto, l’atteggiamento è stato di gran convinzione. I dettagli fanno saltare il banco”.

Sulla Fiorentina in ottima forma: “Non esistono partite semplici, tutte te le devi sudare. La mentalità farà la differenza, la mia squadra rispetta gli avversari al di là dalla classifica. Ma dobbiamo giocare con mentalità offensiva, per vincere”.

Sul momento di Piatek: “A Torino abbiamo avuto diverse occasioni, supermazia territoriale. Non si può ricavare la stessa sensazione su tutte le partite, ma siamo stati imprecisi. Non c’è un problema attaccanti”.

Sull’intesa Leao-Piatek: “Piatek in quella posizione centrale ritrova il suo habitat. Leao ha le caratteristiche per giocare di là, va da sè di trovarsi bene. Dobbiamo avere la capacità di portare tanti giocatori nella metà campo offensiva. E’ difficile quando trovi squadre molto difensive, ma loro hanno capacità di trovarsi spazio. C’è un’intesa, come anche per altri. Loro due non escludono gli altri. Guardate troppo i singoli calciatori”.

Sui cambi eventuali per Milan-Fiorentina: “Dobbiamo essere in grado di gestire meglio il possesso palla, non ricordo gare che si dominano dal 1′ al 95′. Dobbiamo acquietare l’avversario con le nostre abilità tecniche. Più guerriglieri metti e meno giochi. Per domani abbiamo valutato le risposte fisiologiche dei calciatori, faremo anche oggi valutazioni e domani deciderò. Starò attento alla risposta fisica”.

Sul cambio di modulo verso il 4-3-3: “Dobbiamo coprire bene il campo, a Torino avevamo riferimenti, abbiamo lavorato bene e ci siamo difesi bene. Quando sono arrivati i problemi non ci siamo riorganizzati, dobbiamo lavorare più sulle linee laterali. Sono aspetti tattici che vi interessano meno, ma la squadra vive di equilibri e dettagli. C’è un lavoro certosino che i miei calciatori sono attenti a perseguire, io sono esigente. Gli equilibri si sostengono da tante piccole cose”.

Sulla continuità di schemi: “Prendiamo una strada e si pota avanti. Non mi piace cambiare, perché poi si perde riferimenti. Dobbiamo proseguire in una direzione, il 4-3-3 o il 4-3-1-2 spostano poco. Le caratteristiche dei giocatori determinano un certo modo di recitare. Non vince il modulo. La Juve di Allegri ha vinto 7 scudetti cambiando mille volte sistema”.

Sull’inserimento dei nuovi: “Sono disponibili e bravi, ma devono ancora entrare negli schemi, devono lavorare tanto. Quando parliamo di nuovi e vecchi pensiamo alla capacità di giocare per performance fisica. Le sintonie vanno sviluppate”.

I nuovi andavano inseriti prima? “Hernandez è stato un mese e mezzo fuori. Ha impeto e positività ma non possiamo metterlo subito. Idem per Bennacer e Leao, non ho rammarico. Chi ha giocato prima non è da meno. Mi preoccuperei se fosse il contrario. 22-23 anni fa stavo dall’altra parte della barricata, so come pensano i club, sono stato anche interpellato a volte. I discorsi sono semplici: se l’allenatore ha un progetto è sicuro, se l’allenatore perde naviga a vista. Le valutazioni sono diversi, sui contenuti. Se il club si è dichiarato in mio favore avrà fatto le sue valutazioni”.

Sui paragoni col Milan del passato. “Ognuno ha le sue caratteristiche, hanno qualità diverse. Ai miei attaccanti faccio vedere le loro prove per capire cosa migliorare”.

Sui dettagli del match perso: “Non possiamo parlare solo di dettagli. Musacchio ha marcato male Belotti? Forse, ma prima aveva avuto un atteggiamento esemplare. Sul secondo gol abbiamo perso i riferimenti, perso filtro e la rete è scaturita da una palla verticale. Erano mancate una serie di preventive in grado di non far giocare Belotti così. Il lavoro collettivo non è stato fatto bene, siamo stati penalizzati però oltre misura”.

Sulle condizioni di Paquetà e su chi gioca di meno: “Paquetà si è allenato bene ieri con la squadra. Chi gioca meno non è contento, guai se lo fossero. Hanno atteggiamenti comunque di livello, lavorano bene. Nessuno che manifesta insoddisfazione in maniera plateale”.

Sulla crescita della condizione atletica: “I parametri sono tutti molto positivi, la squadra ha recuperato. E’ stata fatta una comparazione con lo storico, sono tutti buoni. Migliori per chiunque”.

Sulle critiche dei tifosi: “Capisco i malumori. Il Milan raccoglie milioni di tifosi, ha una storia e una bacheca importante. Capisco tutte le critiche. Io ho il dovere di lavorare con impegno, serietà, migliorando le performance della squadra. Mi limito al mio compito”.

Sugli sviluppi di gioco nei reparti: “La produzione offensiva è stata buona, anche per caratteristiche Hernandez era più propenso ad andare. Va disciplinato, diventerà con equilibrio un grande giocatore. Calabria e Conti lo hanno, mentre Rodriguez è più razionale. Tra tutte queste caratteristiche devi conunque avere solidità. Abbiamo preso gol su ripartenza, potevamo segnare il secondo invece abbiamo sbagliato. Il secondo gol era un fatto di posizionamento sulla trequarti. Il Milan ha un modo di difendere che non può prescindere dall’aiuto collettivo”.

Sulle critiche subite da Donnarumma: “Gigio è un professionista, ha carattere da vendere. Ha sempre saputo reagire con spirito e serietà, è un fuoriclasse a questa età. Siamo tutti sottoposti alle critiche, anche quando si vince. Fa parte del nostro mestiere, si sa che è così, non è un optional”.

Sull’atteggiamento positivo a Torino: “Mi è piaciuto Calhanoglu, è forte, sa cucire, ha spirito. Quello che abbiamo fatto nei 45′ di Torino dobbiamo saperlo moltiplicare. L’ho detto ai ragazzi, vanno moltiplicate le cose buone nel tempo, dobbiamo sapere quando difenderci, avere più spirito e saper soffrire sia con che senza palla. C’è da migliorare una serie di cose che nasce dalla ripetitività”. 

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