Milan-Giampaolo, 111 giorni di equivoci: tutte le contraddizioni

Milan e Marco Giampaolo, ecco le tappe del fallimento. Come evidenzia La Gazzetta dello Sport, sono stati 111 giorni di equivoci sintetizzabili in quattro passaggi. 

Marco Giampaolo
Marco Giampaolo (©Getty Images)

Milan e Marco Giampaolo, 111 giorni di equivoci: così titola La Gazzetta dello Sport oggi in edicola. Come infatti evidenzia il quotidiano, la breve avventura del tecnico è stata caratterizzata da una serie di contraddizioni di base. Il tutto sintetizzabile in quattro punti.

In primis i tempi non hanno combaciato. L’allenatore aveva chiesto settimane di lavoro per poter mostrare i frutti, richiesta inizialmente accolta ma poi smentita subito dopo. La sua storia dice che anche alla Sampdoria l’avvio è stato a rilento, con quattro sconfitte e due pareggio nelle prime sei partite. Ma una volta avviato l’ingranaggio, è andato tutto alla perfezione.

Milan e Giampaolo, step ed equivoci

Poi c’è il mercato. Giampaolo ha ricevuto solo giovani da instradare in un percorso, ma non profili esperti per guidare questo Milan. Il difensore, una priorità da subito manifestata, arriva soltanto alla fine. Ed è stato scarso il coinvolgimento su tutti gli altri: Theo Hernandez e Rude Krunic già scelti anzitempo, Léo Duarte suggerito da Serginho e Ante Rebic arrivato al posto del trequartista. Ma nessun acquisto – assicura la rosea – è stato davvero gradito dal tecnico.

Lo scarso impiego dei nuovi è stata poi una grande nota dolente. Ismael Bennacer è stato il primo a trovare una maglia da titolare, per poi sparire a favore di Lucas Biglia. Il dinamismo di Rafael Leão è stato spesso tenuto in panchina, così come Ante Rebic la cui personalità avrebbe potuto aiutare questo Milan in difficoltà. “I nuovi? Chiedete all’allenatore”, risposte un Zvonimir Boban imbarazzato.

Incongruenze anche sullo schieramento tattico. Per la società, infatti, l’allenatore è tenuto ad adeguarsi alle caratteristiche dei suoi giocatori. E così se lo schema col trequartista non funziona, è inutile insistere: basta virare su un sistema di gioco che esalti la qualità dei singoli. Invece Giampaolo ha finito col cambiare spesso, così da non dare punti di riferimento e diventare invece controproducente.

Infine Giampaolo è stato abbandonato. L’ultima settimana a Milanello è stato solo, con Paolo Maldini semplice spettatore e Boban sempre più assente. La vittoria di Marassi avrebbe dovuto alleggerire il clima concedendogli nuovi giorni di lavoro fondamentali, ma non è successo.

La fiducia rinnovata pubblicamente al club – eviednzia la GdS – non si è concretizzata nei fatti. E così senza progressi nei risultati e nel giorno, si è scelto la sosta per cambiare. L’arrivo di Stefano Pioli è stato ritenuto inevitabile per dare una scossa all’ambiente.

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