Milan, Pioli e l’inedito 3-2-2-3: così è nata l’idea

Dal 4-3-3 al 3-2-2-3, alla scoperta del modulo inedito adottato da Stefano Pioli alla primissima partita del suo Milan in campionato. Un’idea originale e che ha subito fatto breccia. 

Stefano Pioli Milan
Stefano Pioli (©Getty Images)

4-3-3 in teoria, 3-2-2-3 di fatto. Come evidenzia La Gazzetta dello Sport oggi in edicola, Stefano Pioli corre verso il futuro ma con le buone idee del passato. Perché alla sua primissima uscita stagionale con il Milan, il tecnico ha rispolverato un vecchio modulo anni 30 per cercare di valorizzare al meglio i suoi uomini.

E ha anche funzionato. Perché al di là del 2-2 beffa finale, ciò che è rimasto impresso è lo stile della manovra, la rapidità della stessa e la disposizione in campo degli uomini. Il vecchio e caro WM inglese, nonché uno schieramento inedito adottato in Italiano più o meno fino alla metà degli anni 50.

Tre difensori puri, due mediani di copertura e di regia, due mezzali pronte e inserirsi e tre attaccanti. L’idea nasce dall’esigenza di mettere tutti i giocatori nelle migliori condizioni, ma anche per l’obbligo di inventarsi qualcosa quando mancano i fuoriclasse.

Lucas Biglia e Frank Kessie da scudo, Lucas Paquetá e Hakan Calhanoglu come arma. Così è andata col Lecce. E rivedendo la partita, tutte le azioni più pericolose sono nate da lì: in quel rettangolo di gioco che, a secondo dei movimenti, diventava un rombo o un trapezio.

In vista delle prossime uscite, non è da escludere l’impiego di Ismael Bennacel al posto di Biglia. Perché il WM – spiega il quotidiano – è un modulo che richiede una grande preparazione atletica, poiché spesso ci si ritrova nell’uno contro uno senza grande protezione. Il Milan si cautela con l’arretramento di Theo Hernandez in fase di non possesso, ma sul lungo servirà avere gli uomini giusti al posto giusto per evitare rischi.

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