Figc, Gravina: “Possiamo salvare la Serie A, ecco come”

La Serie A 2010/20 potrebbe essere salvata: lo dice fiducioso il presidente della FIGC, Gabriele Gravina. Ecco il piano studiato dalle istituzioni per riprendere il campionato. 

Gabriele Gravina
Gabriele Gravina (©Getty Images)

Cosa ne sarà del campionato italiano 2019/20 in piena emergenza coronavirus? A rispondere al quesito, quest’oggi, è direttamente Gabriele Gravina. Il presidente della FIGC, infatti, ne ha parlato in un’intervista al Corriere dello Sport oggi in edicola.

Se l’emergenza per Covid-19 si arrestasse a stretto giro, bisognerebbe scegliere tra cosa sacrificare tra Europeo e competizioni dei club in sospeso: “Lo decidiamo martedì – riferisce il dirigente sportivo -. Ma una constatazione s’impone. L’evoluzione dell’epidemia traccia un percorso chiaro. Siamo tutti coinvolti allo stesso modo. Nessuno può più pensare che questo sia un problema italiano”.

Ma preso atto di ciò, Gravina fa filtrare chiaramente il suo pensiero a tal riguardo: “Il nostro Paese è solo due settimane avanti rispetto al resto d’Europa. Tutti dobbiamo mettere prima la salute e poi far prevalere il buon senso. E il buon senso dice che difendere un solo grande evento europeo, programmato per giugno, sarebbe un errore strategico”. 

Una soluzione inevitabile o quasi per il leader calcistico: “Non ci sono alternative. Ce lo dicono le proiezioni dei modelli matematici sullo sviluppo del virus. L’Europeo fa da tappo allo slittamento quasi certo di molti campionati. Se non togli il tappo, la bottiglia esplode, con il rischio di perdere tutto”. 

E’ fiducioso Gravina sulla Serie A: “Beh, io mi accontenterei di salvare la salute di tutti gli uomini di sport, anzitutto. Poi ho fiducia di salvare anche i campionati”. C’è tuttavia un limite temporale nel caso le cose andassero bene: “Abbiamo una dead line. È il 30 giugno. Scadono contratti, assicurazioni, licenze. Finisce l’anno calcistico. Andare oltre significa introdurre modifiche regolamentari del tutto eccezionali”. 

Se il campionato riprendesse, servirebbero “Dai 45 ai 60 giorni. In due mesi portiamo tutto a termine con certezza. Se pure iniziamo a maggio, si può fare”. E se non si potrà terminare regolarmente il torneo, la soluzione allora sarebbe “playoff e playout” più che cristallizzare la classifica. Il tutto, chiaramente, sempre sperando in una discesa della curva epidemiologica.

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