Ray Wilkins, il Razor del Milan: due anni fa la scomparsa

Ripercorriamo la storia di Raymond Wilkins, ex giocatore del Milan che è venuto a mancare il 4 aprile 2018. Una lunga carriera da calciatore e anche delle esperienze da allenatore, soprattutto da vice.

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Ray Wilkins (foto acmilan.com)

La giornata di ieri coincideva con il quarto anniversario della morte del leggendario Cesare Maldini e oggi ne ricade un altro, anch’esso triste.

Esattamente due anni fa scomparve Ray Wilkins, un altro ex giocatore che ha saputo farsi apprezzare dai tifosi del Milan e non solo. La sua storia non è la stessa del padre di Paolo, ma comunque si tratta di una persona che merita di essere ricordata.

La carriera di Ray Wilkins

Wilkins nacque a Hillingdon il 14 settembre 1956. Anche lui, come tanti giovani ragazzi, sognava di diventare un calciatore professionista. E ci è riuscito. Dopo essersi messo in mostra nel Senrab, club di Londra est, si conquista una chiamata dal Chelsea del 1973. A 17 anni fa il suo debutto ufficiale nella prima squadra dei Blues.

Ray è un centrocampista di buona qualità e dinamico. Nel corso della carriera si guadagna il soprannome di Razor (rasoio) per i suoi lanci lunghi, tesi, precisi, taglienti. Nel 1975 il Chelsea retrocede dalla First alla Second Division e lui rimane, divenendo capitano nella squadra nonostante la giovane età. Altri compagni più affermati se ne vanno e mister Eddie McCreadie lo mette al centro del progetto.

I Blues passano due stagioni nel campionato cadetto, nelle quali Wilkins segna 21 gol complessivi, prima del ritorno nella massima serie. Lui rimane a Londra fino al 1979, quando decide di lasciare il Chelsea (nuovamente retrocesso) dopo 207 presenze e 35 reti. Nel frattempo si era conquistato anche le convocazioni della nazionale maggiore dell’Inghilterra, con la quale ha poi preso parte a due Mondiali (1982 e 1986) e un Europeo (1980).

Firma per il Manchester United, che lo acquista per circa 800.000 sterline. Trascorre cinque stagioni nei Red Devils, vincendo un FA Cup e una Charity Shield. Al termine dell’annata 1983-1984 era stato nominato giocatore dell’anno dai tifosi della squadra. Nell’estate successiva decide di provare un’avventura all’estero e accetta l’offerta del Milan.

Ray Wilkins Mark Hateley
Ray Wilkins e Mark Hateley (foto Wikipedia)

L’avventura al Milan

Il club rossonero, allora guidato dall’imprenditore Giuseppe Farina, investì 1,5 milioni di sterline per acquistarlo dal Manchester United. In quella campagna acquisti arrivò a Milano anche il connazionale Mark Hateley (dal Portsmouth), oltre ad Agostino Di Bartolomei e a Pietro Paolo Virdis.

Il primo anno al Milan termina con un quinto posto e la qualificazione in Coppa UEFA. L’inizio non è facile per il centrocampista inglese, che deve adattarsi a un calcio molto diverso. Comunque con il tempo le cose migliorano e alla fine sono ben 40 le presenze complessive tra Serie A e Coppa Italia, pur senza segnare gol.

Nell’ottobre 1984 è tra i titolari del Milan che vince in rimonta uno storico derby contro l’Inter. Era da sei anni che i rossoneri non si aggiudicavano la sfida stracittadina di Milano. Wilkins è un perno del centrocampo di Nils Liedholm e lo rimane anche nella stagione seguente, quando il club cambia proprietà dal febbraio 1986 passando a Silvio Berlusconi e concludendo al settimo posto in Serie A.

Per l’inglese 41 presenze e 3 reti nell’annata 1985-1986. Il primo gol in assoluto in rossonero lo ha realizzato in Coppa Italia all’Arezzo, mentre in campionato ha segnato contro Avellino e Sampdoria. In estate la nuova proprietà fa investimenti importanti per rinforzare l’organico e Wilkins non è più un intoccabile. Gioca comunque 24 match prima di lasciare il Milan. In totale sono state 105 le gare in rossonero per lui.

Wilkins Ancelotti Chelsea
Ray Wilkins e Carlo Ancelotti al Chelsea (©Getty Images)

Ultimi anni di carriera ed esperienza da allenatore

Nell’estate 1987 passa al Paris Saint Germain, ma ci rimane solo un anno prima di andare in Scozia per giocare nei Glasgow Rangers (vince due campionati e una coppa nazionale). Successivamente indossa anche le maglie di Queens Park Rangers, Crystal Palace, Wycombe Wanderers, Hibernian, Millwall. La sua ultima squadra è il Leyton Orient, dove si ritira nel 1997.

Terminata la carriera da calciatore, vuole allenare. Già nel 1994 era stato giocatore-allenatore del QPR. Nel 1997 è sulla panchina del Fulham in Second Division e viene esonerato a maggio. Gianluca Vialli, divenuto tecnico del Chelsea, lo chiama per fargli da vice nel 1998 e lui accetta. Nel settembre 2000 l’italiano viene licenziato e lui assume ad interim la guida tecnica della squadra insieme all’altro vice Graham Rix. Dopo due partite arriva Claudio Ranieri ed entrambi lasciano i Blues.

Vialli nel maggio 2001 lo vuole al Watford, ancora per fargli da vice. L’esperienza dura un anno, poi arriva un altro esonero. Wilkins tra il 2003 e il 2005 è assistente di Dennis Wise, ex giocatore del Chelsea, al Millwall. Da luglio 2004 è anche vice di Peter Taylor nell’Inghilterra Under 21 e ricopre la carica fino al 2006.

Nel 2008 ritorna al Chelsea, è nello staff di Luiz Felipe Scolari. Rimane anche con Guus Hiddink e Carlo Ancelotti. L’11 novembre i Blues fanno sapere che il suo contratto non verrà rinnovato, Wilkins da dicembre torna libero dopo una risoluzione consensuale anticipata.

Il 30 dicembre 2013 torna al Fulham in veste di vice di René Meulensteen, che viene esonerato nel febbraio seguente e anche l’ex centrocampista del Milan se ne va. A settembre diventa commissario tecnico della Giordania, che guida nella fase finale della Coppa d’Asia senza riuscire a superare i gironi. Viene esonerato e dal giugno 2015 è assistente di Tim Sherwood all’Aston Villa, che lascia a ottobre dopo l’esonero dell’allenatore.

La morte di Wilkins

Dopo aver avuto problemi di alcolismo e una colite ulcerosa, il 28 marzo 2018 viene colpito da un infarto. Finisce in coma indotto presso il St George’s Hospital di Tooting. Il 4 aprile muore.

Lutto in casa Milan, che avrebbe giocato il derby contro l’Inter. Prima del fischio di inizio è stato osservato un minuto di silenzio in memoria di Wilkins. E in precedenza era stato Franco Baresi a rendergli omaggio con un mazzo di fiori lasciato di fronte la Curva Sud, che a sua volta gli aveva dedicato uno striscione: “CIAO RAY LEGGENDA ROSSONERA”.

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Striscione a San Siro per Ray Wilkins (foto AC Milan)
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